Legge di Stabilità: Bruxelles chiede lumi sulle coperture. Forza Italia: una manovra elettorale

22 Ott 2014 13:43 - di Alessandra Danieli

Continua la suspense sulla Legge di Stabilità che elettrizza Renzi ma non rassicura i contribuenti né i mercati finanziari. Dopo la gaffe, unica nella storia  delle leggi di bilancio, dell’invio al Quirinale del testo privo del via libera  della Ragioneria dello Stato sulle coperture, ora sulla Finanziaria pende la richiesta di lumi da parte della Commissione europea. È in arrivo da Bruxelles la lettera indirizzata all’Italia in cui la Commissione europea chiederà chiarimenti sulla manovra e metterà in guardia Roma contro il rischio di violare le regole europee.
L’Europa vuole vederci chiaro non solo sull’ampiezza dell’aggiustamento strutturale dei conti ma anche sulle coperture e le riforme previste. Il primo problema della Stabilità è che rimanda – ancora di un anno, al 2017 – il raggiungimento dell’obiettivo di medio termine che l’Italia aveva concordato con l’Europa, cioè il pareggio strutturale di bilancio. Niente di irrituale, secondo il premier che minimizza le difficoltà per evitare rallentamenti nella sua marcia: «A fronte di rilievi sempre fatti rispetto alla Legge di Stabilità, ora si dice “arriva la lettera della Ue”, cosa che fa evocare chissà quali procedure, messaggi o minacce – dice nell’informativa al Senato –  ma tutto questo è naturale, come è “naturale che l’Italia sia protagonista con la propria voce senza diktat esterni». Come nel suo stile, il capo del governo delle svolte epocali esibisce una sicurezza radicale preferendo gli spot interventisti alla sostanza.
«Anche oggi Renzi ha elencato mirabolanti riforme tutte incompiute, molte vacillanti, alcune vissute solo in programmi tv – va all’attacco il senatore forzista Maurizio Gasparri – e mentre fa sfoggio di eloquio, si tassa di più la casa, arrivano aumenti colossali dell’Iva, si chiedono più soldi anche retroattivamente alle imprese». Al momento, sottolineano le opposizioni, la manovra per il 2015 è per molti aspetti un oggetto misterioso, priva degli avalli nazionali ed europei indispensabili. Per l’azzurra Mara Carfagna quella del premier non è una manovra finanziaria ma «elettorale»: da un lato usa i bonus da 80 euro come strumento di distrazione di massa e dall’altro crea scompiglio tra i pensionati che già da gennaio riceveranno la pensione al 10 del mese anziché il primo. Anche Mario Mauro, senatore dei Popolari per l’Italia, ironizza sulla pirotecnica informativa renziana. «Mi sembra una pantomima adatta per giustificare quelle che saranno le richieste di chiarimento di Bruxelles che io immagino, a questo punto, si articoleranno non solo nella lettera di richiesta di chiarimenti ma prevedo nel giro di due-tre giorni anche qualche dichiarazione in chiaro di qualche portavoce della commissione Ue».

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