Marino finalmente “costretto” a parcheggiare l’auto come tutti i romani
«Ci sono volute tre flash mob organizzati dal Nuovo Centrodestra, una lettera di protesta di 30 senatori indirizzata al presidente Grasso e un’interrogazione parlamentare del sottoscritto, per costringere il sindaco di Roma a convincersi che anche lui, come tutti i comuni mortali, deve parcheggiare la sua automobile in un garage a pagamento e non nel parcheggio del Senato, a cento metri dalla sua abitazione, con tanto di carabinieri in garitta a sorvegliare giorno e notte la sua Panda rossa». E’ quanto dichiara il senatore del Nuovo Centrodestra Andrea Augello, commentando la risposta ad una sua interrogazione parlamentare appena giunta dal Viminale.
L’interrogazione
«Dopo più di un anno la mia interrogazione consente di fare chiarezza sulle singolari modalità che hanno permesso al sindaco di usufruire di un privilegio che non ha precedenti nella storia del Senato. Nella risposta alla mia interrogazione, infatti, viene chiarito che fu proprio Ignazio Marino, dopo aver subito alcuni graffi alla Panda, a richiedere al prefetto di poter usufruire di un parcheggio sorvegliato, sentendosi minacciato. Il prefetto a sua volta si è rivolto al presidente del Senato per verificare la sua disponibilità ad accogliere la Panda nel parcheggio del Senato. Da allora, per 14 mesi, il sindaco non ha neppure preso in considerazione l’idea di affittare un posto auto in un’autorimessa privata e ha continuato ad usare gratis la sua piazzola sorvegliata. Nel frattempo – aggiunge Augello – ha provveduto ad abolire le agevolazioni per la sosta tariffata dei cittadini romani che, solo per andare al lavoro, devono pagare circa 240 euro al mese di ticket. Finalmente, sempre in risposta alla mia interrogazione, la prefettura fa sapere che sono venute meno le esigenze che avevano determinato l’adozione di misure prudenziali.
Una storia ridicola
In sostanza Marino deve prendere la sua utilitaria e parcheggiarla altrove. Mi auguro che provveda in giornata, mettendo fine ad una storia ridicola ed impresentabile», conclude il senatore di Ncd.