Nigeria, i fondamentalisti di Boko Haram colpiscono ancora
Prosegue l’offensiva dei fondamentalisti islamici di Boko Haram in Nigeria. Il Paese è per metà sotto il controllo degli estremisti, nel Nord si applica la sharia. Sono almeno cinque i morti e una dozzina i feriti nell’esplosione nelle scorse ore di un ordigno in una stazione di autobus presso Azare, nel nord della Nigeria, teatro di ricorrenti attacchi e attentati dei jihadisti.
Il comunicato dell’agenzia Misna
Lo ha riferito la polizia, confermando testimonianze di abitanti della zona. «C’è stata un’esplosione”, ha detto Mohammed Haruna, portavoce della polizia locale, precisando che sono stati individuati i cadaveri (ustionati e irriconoscibili) di almeno cinque persone. E mentre non si erano ancora spente le polemiche sul mancato accordo tra governo e terroristi per la liberazione delle 200 studentesse rapite ad aprile, si apprende che, secondo l’agenzia Misna, almeno 60 altre ragazze sarebbero state rapite nel gigante africano, nella regione di Adamawa nel nord est del Paese. Gli autori sarebbero sempre loro, i membri del gruppo islamico jihadista Boko Haram: 40 ragazze sono di Waga Mangoro e altre 20 di Grata. Fonti locali hanno confermato che l’area era da circa due mesi sotto il controllo dei ribelli.
Le testimonianze degli abitanti
«Abitanti di Wagga – riferisce la agenzia missionaria Misna in un dispaccio – detto che un centinaio di Boko Haram fortemente armati, sono entrati nel villaggio e hanno cominciato a sparare e poi hanno bruciando case e negozi. Hanno ucciso due uomini e portato via le ragazze. I ribelli si trovano tuttavia nell’area». Questo ulteriore rapimento, sottolinea Misna, «mette in dubbio le trattative tra il governo di Abuja e i ribelli per il rilascio delle 200 ragazze di Chibok rapite lo scorso aprile».