Possibile che nessuno abbia il coraggio di dire a frau Merkel che la misura è colma?
Basta. Non se ne può più. Bisognerà pure che qualcuno dica chiaro e tondo a frau Merkel che la misura è colma. Certo, siamo d’accordo: la Germania è un grande paese, ha tanti meriti e qualche ragione. È uno dei fondatori di questa sciagurata idea di Europa. È la locomotiva di quest’Europa senz’anima. Ed è appunto per questo che avverte come un diritto, quasi un obbligo morale di imporre le sue strategie e i suoi desiderata a tutti gli altri partner. Che pure quando le cose vanno bene non è mai stato il massimo delle nostre aspirazioni. Figuriamoci adesso che la crisi morde le caviglie e la pancia di milioni di famiglie. No, non è possibile. La signora in questione non può più permettersi di fare la maestrina isterica che tutti bacchetta. Che a tutti ordina e che tutti mette all’angolo, o peggio, dietro la lavagna come i somari di un tempo. Non è mica un Fhurer, né ha vinto alcuna guerra. È solo abile a sfruttare le indecisioni altrui, gli errori altrui. Errori enormi uniti a miopia politica che hanno consentito alla Germania, uno dei sei paesi fondatori di questa, ripetiamo, sciagurata Unione di dettare legge. Di fare la prima della classe sempre e comunque. Di sfruttare cioè l’idea di Europa per gli affaracci suoi. Far pagare gli enormi costi della riunificazione con la ex Ddr a tutti i soci in nome della solidarietà e inondare al contempo il mercato continentale coi suoi manufatti; imporre una moneta nominalmente più forte del dollaro (che è una contraddizione insanabile e inspiegabile) e lentamente, ma costantemente cercare di strangolare i rivali, come l’Italia, che quanto a qualità della manifattura avrebbero potuto essere pericolosi concorrenti; blaterare di pace in ogni sede, ma non spendere un marco, pardon un euro, nelle operazioni di peacekeeping, quelle che nei vari conflitti a noi sono costati invece tanto sangue oltre che tanti soldi; imporre un’austerità asfissiante alla Grecia che certo è stata superficiale e magari con le mani bucate, senza dimenticare però di continuare a venderle inutili e costosissimi armamenti e di chiedere che i primi rimborsi fossero per le banche tedesche indebitate. Potremmo proseguire ad oltranza, ma siamo stanchi anche noi di fare l’elenco delle lamentele. Sarebbe solo ora che qualcuno gliele cantasse chiare alla signora di Berlino. Uno che le ricordi che in una Unione ci sono partner, non sudditi. Uno qualsiasi. Foss’anche quello sciagurato di Hollande.