Potenza, morta sotto i ferri. Ma i medici continuano a operarla

24 Ott 2014 13:58 - di Redazione

Malasanità a Potenza. Il 28 maggio 2013 una donna di 71 anni, Elisa Presta, morì all’ospedale San Carlo di Potenza a causa di complicazioni insorte nel corso di un intervento di cardiochirurgia. Oggi tre medici del nosocomio lucano sono stati arrestati dalla Polizia con l’accusa di omicidio colposo in concorso e sono ai domiciliari: tra loro il primario del reparto di CardiochirurgiaNicola Marraudino, accusato anche di falso in atto pubblico e falso ideologico in atto pubblico.

I medici arrestati

Gli altri due medici arrestati dalla Squadra mobile di Potenza – in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del capoluogo lucano su richiesta della Procura della Repubblica – sono Michele Cavone, di 61 anni, e Matteo Galatti, di 46, presenti quel giorno in sala operatoria. Secondo quanto si è appreso, le indagini della Polizia sono cominciate nel novembre 2013 in seguito ad un esposto anonimo. Nelle settimane successive la Squadra mobile del capoluogo lucano ha interrogato medici e infermieri che hanno partecipato all’intervento, e i familiari della donna. Lo scorso 14 luglio, inoltre, è stata depositata la perizia medico-legale.

Le intercettazioni

Il 29 agosto scorso, invece, sul sito Basilicata 24 è stata pubblicata un’intercettazione in cui Cavone ammetteva gravi comportamenti suoi e di altri colleghi (tra cui il primario) durante l’intervento di cardiochirurgia. In seguito, il direttore del sito ha consegnato agli investigatori altre due intercettazioni, che, insieme alla prima, «sono entrate a far parte – spiegano dalla Procura della Repubblica di Potenza – del quadro complessivo di elementi a carico degli indagati, a conferma di quanto già accertato».

Operata dopo il decesso

Non solo: oltre alle intercettazioni, dagli interrogatori, dall’acquisizione delle cartelle mediche e dalla perizia medico-legale, sono emersi anche altri agghiaccianti particolari: come il fatto che, dopo aver constatato che la donna era già morta, i tre medici dell’ospedale di Potenza hanno continuato comunque ad operare la paziente. Secondo gli investigatori, quindi, l’intervento sarebbe andato male, portando alla morte di Elisa Presta, ma i chirurghi avrebbero deciso di proseguire l’operazione, forse per «coprire» eventuali errori molto gravi. Errori che hanno portato al decesso e, oggi, all’arresto dei suoi presunti responsabili.

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