Si dimette il giudice del processo Ruby: voleva la condanna di Berlusconi, non fu accontentato dai colleghi

17 Ott 2014 11:33 - di Redazione

Deluso dalla sentenza, il presidente del collegio d’Appello che ha assolto Berlusconi nel cosiddetto processo Ruby, Enrico Tranfa (nella foto) si è dimesso subito dopo aver firmato le motivazioni. Lo ha fatto, secondo quanto riportato stamane dal Corriere della Sera, in dissenso con la sentenza presa a maggioranza con il sì degli altri due giudici. E così, dopo 39 anni di servizio, a 15 mesi dalla pensione, il magistrato ha lasciato anzitempo la toga. Tranfa, 70 anni, in magistratura dal 1975, dal 2012 fino a ieri ha presieduto la seconda sezione penale in Corte d’Appello a Milano. “>Ho dato le dimissioni, punto. Ognuno pensi quel che vuole», ha dichiarato oggi  Tranfa, secondo cui  ha deciso “di seguire il consiglio” di fare molti viaggi in giro per il mondo. “>In tutta la mia vita non ho fatto mai nulla di impulso», ha spiegato ancora, parlando di “scelta meditata”. “>Nessuno è indispensabile , tutti possono essere utili. «In un collegio di Tribunale o di Appello – aveva scritto il quotidiano di via Solferino – accade tutti i giorni che su una singola ordinanza o sulla sentenza a fine processo, uno dei giudici vada in minoranza rispetto agli altri due, è l’assoluta fisiologia nel segreto della camera di consiglio. Ma a giudicare dal clamoroso gesto delle dimissioni, nel processo Berlusconi-Ruby la qualità del dissidio fra i tre componenti sembra avere raggiunto per Tranfa livelli che deve aver giudicato incompatibili finanche con la possibilità di continuare ad amministrare la giustizia, a pronunciare sentenze e a celebrare processi a imputati comuni usando lo stesso metro di valutazione e il medesimo standard probatorio utilizzati per analizzare le prove a favore o contro l’ex premier, e per infine assolverlo».

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