2013 anno nero per i femminicidi. Il Sud toglie il triste primato al Nord
Con 179 donne uccise, il 14% in più rispetto all’anno precedente, il 2013 è stato l’anno nero per i femminicidi. A rivelarlo è l’Eures, nel secondo rapporto sugli omicidi volontari in Italia in cui le vittime sono donne. Nel computo rientrano anche le 28 donne uccise dalla criminalità, in particolare anziane vittime di rapine. Ma per la maggior parte si tratta di omicidi commessi in un ambito familiare o comunque in un contesto di prossimità, rapporti di vicinato, amicizia o lavoro.
Uccise dai partner. A mani nude
Più nel dettaglio, 81 donne, il 66,4% delle vittime dei femminicidi in ambito familiare, hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. La maggior parte per mano del marito o convivente (55, pari al 45,1%), cui seguono gli ex coniugi/ex partner (18 vittime, pari al 14,8%) e i partner non conviventi (8 vittime, pari al 6,6%). Un dato in linea con quello degli anni precedenti. In 51 casi, quasi una vittima su tre, le donne sono state uccise a mani nude: per le percosse o strangolate.
L’impennata dei matricidi
Nel 2013, «anche per effetto del perdurare della crisi», spiega l’Eures, si è registrato invece un forte aumento dei matricidi, spesso compiuti per ragioni di denaro o per una esasperazione dei rapporti derivanti da convivenze imposte dalla necessità. In termini assoluti sono state 23 le madri uccise nell’ultimo anno, pari al 18,9% dei femminicidi familiari, a fronte del 15,2% rilevato nel 2012 e del 12,7% censito nell’intero periodo 2000-2013 (215 matricidi). Ad uccidere sono nel 91,7% dei casi i figli maschi e nell’8,3% le figlie femmine.
Il Sud scavalca il Nord
Cambiano anche la geografia di questi delitti e il profilo delle vittime. Per 10 anni quasi la metà dei femminicidi è avvenuto al Nord, nel 2013 invece il Sud si è attestato come l’area a più alto rischio con 75 vittime e una crescita del 27,1% sull’anno precedente, anche a causa del decremento registrato nelle regioni del Nord (-21% e 60 vittime). Inoltre, nel 2013 si rileva una significativa crescita dell’età media delle vittime, passata dai 50 anni del 2012 ai 53,4 (da 46,5 a 51,5 anni nei soli femminicidi familiari).