Ecco le 5 spese più “pazze” dei consiglieri dell’Emilia Romagna
La miccia si è accesa a settembre di due anni fa, quando le spese dei Consigli regionali di tutta Italia sono finite nel mirino delle Procure. L’esplosione in Emilia-Romagna è arrivata dopo le altre ed è risuonata amplificata dalla vicinanza dalle elezioni regionali, in programma il 23 novembre. Gli avvisi di fine indagine per peculato riguardano 41 consiglieri su 50, e un’impiegata, e non risparmiano nessun gruppo. Sono 12 gli indagati ricandidati, ma l’esito dell’inchiesta, che contesta complessivamente spese per oltre due milioni, nell’anno e mezzo setacciato dalla Gdf, è una cifra che quantomeno alzerà l’attenzione sulla campagna elettorale per una consultazione che molti temono a bassa affluenza. Dopo il Pd è l’Idv il gruppo con la cifra più alta: 423.000 euro, due consiglieri indagati. Sono 11 gli indagati del Pdl (205.000 euro), tre della Lega Nord (135.000), due del M5S (98.000), due di Sel-Verdi (77.000 euro), uno del gruppo Misto (27.000 euro), uno di Fds (151.000 euro), uno dell’Udc (31.000 euro). Secondo i capigruppo, due terzi delle spese sono riferite a contratti con il personale.
Le 5 spese più “pazze”
1) Roberto Sconciaforni (Federazione della Sinistra) avrebbe speso 120mila euro (su 150mila) per consulenze e collaborazioni.
2) Thomas Casadei (Pd) si sarebbe fatto rimborsare gli scontrini per il Wc pubblico da 50 centesimi, oltre alle spese per viaggi dalla Romagna a Modena, dove insegna, viaggi che sarebbero stati legati non ad appuntamenti politici ma, appunto, ad impegni di docenza.
3) Matteo Riva (gruppo Misto) ha a suo carico la spesa del soggiorno per un presunto convegno fantasma a Lampedusa (“Lampedusa porta dell’Emilia-Romagna”) in compagnia di una collaboratrice (che è la 42/a indagata).
4) Una consigliera del Pd, Rita Moriconi, risulta indagata per la ricevuta da 80 euro relativa ad un acquisto in un sexy shop. Interpellata in merito, lei ha negato categoricamente: «Non sono mai entrata in un sexy shop nella mia vita».
5) Marco Travaglio e il sindaco di Napoli Luigi De Magistris sarebbero stati accolti in Emilia, su iniziativa dell’Idv, con auto pagate (a loro insaputa) non dal partito ma dalla Regione Emilia Romagna.