Alfano tende la mano a Berlusconi: vediamoci, senza rancore
«Parliamone». Dopo l’aut aut di Renzi sull’Italicum, sul tavolo del Cavaliere arriva il segnale distensivo di Angelino Alfano, che apre all’ipotesi di una ripartenza comune del centrodestra. «Se Berlusconi non utilizzerà il patto del Nazareno come uno strumento contundente verso gli alleati, ma avrà visione, saggezza, lungimiranza e assenza di rancore, noi siamo pronti, giovandoci del premio alla lista, a ricostruire la prospettiva del centrodestra. Non per paura, costrizione o minaccia», ha detto il leader del Nuovo Centrodestra in conferenza stampa dopo aver incassato da Renzi l’abbassamento della soglia di sbarramento nella nuova bozza di legge elettorale.
La “svolta” di Alfano
Il ministro dell’Interno si dice disponibile a un faccia a faccia a condizione che Berlusconi abbandoni il rancore e non archivi la collaborazione con Renzi prestando fede ai falchi del partito. Collaborazione che – ha spiegato – «può rendere più forte e stabile l’area che non è di governo. E può dare una mano a chiudere su altre riforme». Alfano definisce il premio al partito (avversato da Berlusconi che punta al premio di maggioranza alla coalizione) «una modalità corretta, perché fotografa meglio la situazione italiana: il centrodestra com’era non esiste più, c’è M5s e il Pd che è un partito coalizione. Una volta garantita la governabilità con il 55% al partito che vince le elezioni e dalla sera stessa sa di avere 340 seggi, bisogna poi garantire al restante 45% una modalità di accesso al Parlamento, con la soglia al 3% che garantisce democrazia».
L’altolà di Brunetta
Bocche cucite per ora da San Lorenzo in Lucina dove invece cresce la tensione per il “tradimento” di Renzi sul Patto del Nazareno. È Renato Brunetta ad aprire il fuoco: «Il patto prevedeva la riforma della legge elettorale secondo quanto abbiamo approvato alla Camera nell’Italicum e noi a quella siamo rimasti. Se Renzi con la sua maggioranza ha deciso di cambiare tutto e di buttare quel testo e di scriverne un altro non c’è più il patto del Nazareno». Ma le parole dell’ex ministro della Pubblica amministrazione rappresentano il pensiero del leader? «Se così fosse, allora non c’è neanche bisogno di incontrarsi domani», replica duro il sottosegretario Luca Lotti, renziano doc, mettendo a rischio il faccia a faccia Renzi-Berlusconi previsto per mercoledì.