Altolà alla Lega: discutiamo di tutto ma il leader è Berlusconi
A giudicare dai toni e dalla caratura dei forzisti intervenuti, la sensazione che se ne ricava è che l’attivismo di Matteo Salvini stia generando negli “azzurri” un po’ di nervosismo. E si capisce: il protagonismo leghista aggiunge ulteriore incertezza ad un clima reso già pesante dal calo nei sondaggi, dall’incerto posizionamento rispetto al governo guidato da Renzi e, non da ultimo, dalla forzata assenza di Berlusconi dalla scena politica. Non è un caso se proprio su quest’ultimo aspetto, quello più dolente, batta la lingua degli esponenti forzisti.
«L’unità del centrodestra è l’obiettivo del Cavaliere»
La prima a “richiamare” Salvini è la responsabile comunicazione di Forza Italia Deborah Bergamini, per la quale «in questo percorso è necessario partire da un punto fermo: non esiste centrodestra in Italia senza Berlusconi». Gli fa eco il presidente del gruppo Fi al Senato Paolo Romani. «A Salvini – dice – voglio ricordare che il centrodestra in Italia è nato nel 1994 dal progetto del presidente Berlusconi e tutt’oggi non si può prescindere dalla sua leadership».
Salvini impari da Silvio l’arte della leadership
«Matteo Salvini è di sicuro un combattente – argomenta a sua volta l’ex-ministro Mariastella Gelmini – ma deve sapere che la leadership del centrodestra non si conquista con una semplice rivendicazione. La storia di Silvio Berlusconi sta lì a dimostrarlo. Con l’improvvisazione si possono raccogliere consensi, ma una leadership autorevole non si fa guidare dai consensi, punta, semmai, a governarli e a piegarli agli interessi presenti e futuri del Paese. Salvini – conclude perentoria – non lo dimentichi!». Sulla stessa linea la deputata Laura Ravetto: «Con tutto il rispetto per le ambizioni di Matteo Salvini a decidere una leadership sono i consensi che, nel corso degli anni, si coagulano intorno ad essa. Silvio Berlusconi ha sempre raccolto milioni e milioni di voti ed è pertanto ‘nei fatti’ il leader del centrodestra».