Berlusconi ricompatta Forza Italia e avverte Renzi: non accetto ricatti

11 Nov 2014 19:48 - di Augusta Cesari

Ritrovata unità all’interno del partito, no ai diktat del  governo sulla legge elettorale, ma sì al «confronto sulla governabilità», rilancio di Forza Italia: tre buoni motivi per poter affermare che l’ufficio di presidenza di Palazzo Grazioli termina con un esito unitario e soprattutto costruttivo. In oltre cinque ore di discussioni e di interventi Silvio Berlusconi aveva il compito di ricompattare il partito intorno al suo progetto. La missione va a buon fine: «Con Fitto abbiamo ritrovato l’unità», ha detto il Cavaliere, aggiungendo che proprio con il suo “oppositore” interno «nei prossimi giorni discuterò con  del rilancio e della rifondazione di Forza Italia.

Unità e rilancio del partito

Il Cav ritrova il sorriso. «Voglio dire che con Raffaele abbiamo avuto una discussione molto forte… lui ha più capelli di me, è più alto, ci siano dati i cazzotti, io poi sono scappato, lui mi ha inseguito ma alla fine abbiamo fatto la pace». Ufficio di presidenza «positivo e all’insegna dell’unità», twitta sollevata Mariastella Gelmini a corollario di un summit che si è concluso con un “sì” all’unanimità da parte dei componenti del comitato di presidenza al documento letto da Berlusconi. Il leader azzurro in merito alla riforma della legge elettorale ha  sottolineato il suo “no” a imposizioni e diktat, ribadendo una forte opposizione sui temi economici, ma lasciando aperto il confronto sulla governabilità. Ha quindi letto un documento che recepirebbe in larga parte gli emendamenti dell’area fittiana alla legge di stabilità.

«Siano ritirate le modifiche fatte alla riforma elettorale»

Inequivocabile il messaggio lanciato al governo a proposito del vertice di maggioranza: «Ci attendiamo che le modifiche fatte ieri alla riforma della legge elettorale siano ritirate, non essendo state concordate», afferma Paolo Romani, al termine dell’Ufficio di presidenza sottolineando come il partito azzurro «resti in campo per le riforme», e dicendo no ai «diktat». Del resto si era già ventilata aria di intesa con l’ex governatore della Puglia, incontrato poco prima della riunione. Insieme all’ eurodeputato azzurro e punto di riferimento della cosiddetta “fronda interna” hanno presenziato all’incontro anche Gianni Letta e Denis Verdini. Obiettivo della riunione era quello di provare a serrare i ranghi del partito e trovare dei punti di equilibrio sia sulle riforme che su questioni più interne come l’organizzazione del partito. L’obiettivo è stato messo a segno e quanto a un incontro probable con il premier, risponde ai cronisti Paolo Romani mentre lascia Palazzo Grazioli: «Non lo so, non è in agenda». 

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