De Benedetti alla corte di Renzi. E ora il premier faccia gli scongiuri
L’Ingegnere che non ti aspetti sul giornale che non pensavi. È destinata a far discutere l’intervista rilasciata da Carlo De Benedetti ad Aldo Cazzullo del Corriere della Sera. E non per l’antipatia che ancora una volta l’ex-paròn di Olivetti lascia trasparire contro Silvio Berlusconi quanto per le sperticate lodi ad lui indirizzate a Matteo Renzi. Fossimo nel premier, ci preoccuperemmo non poco per cotanto endoresement. La storia recente è fin troppo esplicita al riguardo e potrebbe consegnarci un elenco lungo quanto un obelisco egizio di leader politici puntualmente falliti un secondo dopo l’abbraccio fatale di Repubblica e del suo editore, l’Ingegner De Benedetti appunto. Chiedere per conferma a Romano Prodi, Walter Veltroni, Francesco Rutelli e si potrebbe continuare anche pescando al centro e a destra.
«Mi ricorda Fanfani e non è antipatico come Craxi»
Ma ormai l’intervista c’è e a Renzi non restano che gli scongiuri. Eccone il passaggio più impegnativo: «Mi sono ricreduto. Renzi è un fuoriclasse. Per quattro motivi. Innanzitutto, è molto intelligente» mentre «Berlusconi è furbo». Sistemato il Cavaliere, l’Ingegnere riavvolge il nastro della memoria e nel passare al motivo numero due si lancia in un ardito paragone tra Renzi ed un altro toscano, l’aretino Fanfani: “L’energia: non ne ho mai vista tanta in un politico. Forse si può fare un paragone con il Fanfani degli Anni ’50». Il terzo è l’«empatia». «Dicono – spiega – che Renzi ricordi Craxi, per decisionismo e abilità politica; Craxi però era antipatico». Fuori un altro. Ma il motivo per il quale il premier ammira così tanto Renzi è che «è una spugna». E spiega: «Di economia non sa molto; ma in un attimo assorbe tutto. È veloce e spregiudicato». Il che, detto dall’editore di un giornale capace come nessun altro di condizionare la politica nazionale, assume quasi una valenza sinistra.
«Berlusconi venderà Mediaset agli stranieri»
Comunque sia, esauriti i motivi ecco i consigli: «Il premier dovrebbe fare come Schröder, quando ottenne di sforare i parametri per tre anni. Oggi Renzi non se la sente; ma sono certo che, quando avrà avviato le riforme, lo farà. Fino ad allora, l’Italia non uscirà da recessione e deflazione». Quindi ancora una stoccata al Cavaliere: «Penso venderà tutto a uno straniero e per farlo non può avere il governo contro. In Italia non c’è nessuno disposto a comprare le sue aziende». E infine la profezia finale sul nuovo presidente della Repubblica: «Renzi non lascerà che sia eletto qualcuno che distragga l’attenzione da lui. Ma il presidente dovrà essere un politico dal grande profilo istituzionale».