Disoccupazione: è record storico. Solo la terra dà lavoro

28 Nov 2014 13:10 - di Bianca Conte

Non suona certo di buon auspicio che, proprio mentre al Senato il governo Renzi chiede la fiducia sul Jobs Act, vengano pubblicati i dati Istat sulla disoccupazione. Dati, neanche a dirlo, disatrosi, che certificano con la veridicità della matematica percentuale il record negativo storico. Il tasso registrato dall’indagine statistica ad ottobre risulta infatti pari al 13,2%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente, e di 1,0 punti nei dodici mesi: si tratta del massimo storico, il valore più alto sia dall’inizio delle serie mensili, (gennaio 2004), sia di quelle trimestrali, ovvero della stima peggiore dal 1977 (ben 37 anni fa).

Il dramma della disoccupazione nel dettaglio delle cifre

Di più. Entrando nel dettaglio statistico del report si delineano i dati e le cifre del dramma occupazionale: il tasso di disoccupazione sorpassa la soglia del 13%; a settembre infatti si era fermato al 12,9% (dato rivisto dall’Istat, rispetto al 12,6 precedentemente comunicato). In particolare, poi, l’indice di disoccupazione maschile risulta pari al 12,4% (+0,3 punti percentuali su base mensile e +0,9 punti nei dodici mesi); quello femminile raggiunge invece il 14,3% (+0,3 punti rispetto al mese precedente e +1,1 punti su base annua). Il nuovo aumento della disoccupazione, che si aggiunge a quello di settembre, deriva, nell’ultimo mese, da un calo dell’occupazione a cui si associa una diminuzione dell’inattività, ovvero del tasso di persone «fuori dal mercato del lavoro», ossia che né hanno né cercano un impiego. Il riversamento degli inattivi nel mercato ha così contribuito ad un innalzamento della disoccupazione: questo perché chi è entrato non ha trovato ancora un «posto».

Coldiretti: dall’agricoltura l’unico trend positivo

Lagricoltura fa registrare un incremento record dell’1,5% nel numero di occupati, il triplo del valore medio totale di tutti i settori: è quanto emerge da un’analisi della Coldiretti relativa al terzo trimestre del 2014 divulgata in occasione dei dati Istat. Il trend positivo dell’agricoltura è il risultato di una crescita dell’1,4% al Nord e del 12,6% al Centro, mentre è in leggero calo al Sud con -1,4%. Ad aumentare, precisa la Coldiretti, sono il numero di lavoratori indipendenti (+3,6%) mentre si riducono quelli dipendenti (-0,4%). E la situazione potrebbe evolvere ancora più grazie alla vendita o dall’affitto dei terreni agricoli pubblici che potranno far nascere oltre 10.000 nuove imprese agricole condotte da giovani.

Commenti e considerazioni ai dati Istat

1 – Maurizio Gasparri. «Il jobs act è già morto. Privato in ogni sua parte di una vera spinta riformatrice, è diventato una delega al governo per fare ritocchi inutili alle norme sul mercato del lavoro. Ma per quello che oggi certifica l’Istat sarebbe servito ben altro. Più coraggio, una vera rivoluzione come fu la legge Biagi».

2 – Renato Brunetta. «Il numero di disoccupati, pari a 3.410.000 unità, a ottobre è aumentato del 9,2% su base annua (+286.000). E il tasso di disoccupazione è pari al 13,2%, in aumento dell’1% rispetto a un anno fa. La disoccupazione giovanile è al 43,3%. Il presidente del Consiglio dovrebbe chiedere scusa alle famiglie e ai giovani italiani. Altro che #lasvoltabuona. Altro che  «Facciamo presto». Altro che Jobs Act. Mai così male dal 1977, da quando esistono le serie storiche dell’Istat».

3 – Maurizio Sacconi. «La risposta a questi dati preoccupanti deve consistere ancor più nella determinazione a praticare politiche di crescita attraverso la maggiore liquidità da un lato e la maggiore flessibilità dall’altro».

4 – Giorgio Squinzi. «Non mi sorprende, d’altronde basta guardarsi in giro».

5 – Consumatori. Secono Adusbef e Federconsumatori i dati descrivono «uno scenario devastante, che rappresenta un vero e proprio grido di allarme sulla situazione economica del nostro Paese. L’aumento della disoccupazione, infatti, non farà altro che accrescere la già profonda contrazione del potere di acquisto delle famiglie».

 

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