Gasparri denuncia: sul vilipendio il Pd svicola per incastrare Storace
Il Pd sta facendo «continuo ostruzionismo» contro la modifica del reato di vilipendio. A parole dicono sì, ma di fatto affossano ogni tentativo di riforma. Il motivo è semplice ed è tutto politico, essendo Francesco Storace sotto processo per aver “vilipeso”, secondo l’accusa, il capo dello Stato. Il sospetto, anzi più di un sospetto, è venuto a Maurizio Gasparri, che ha denunciato il subdolo tentativo che i parlamentari dem stanno da tempo svolgendo per spedire su un binario morto la proposta di legge dallo stesso stesso Gasparri presentata per un cambiamento di tale anacronistico reato, almeno nella sua attuale formulazione.
Fatto sconcertante
L’esponente di FI evidenzia un fatto sconcertante: «Siamo arrivati al punto che la Prima Commissione non esprime il suo parere, necessario per proseguire l’esame di merito nella commissione Giustizia». E dire che fu lo stesso Napolitano, nel 2009, ad auspicare un modifica della legge. Ma non c’è stato niente da fare, «nulla si è mosso». Gratta, gratta riemerge l’antica “doppiezza” di togliattiana memoria, che oggi si chiama doppiopesismo. Ma il risultato è sempre lo stesso: favorire gli amici e danneggiare gli avversari. E sì perché, rileva sempre Gasparri, «appartiene al Pd anche il ministro della Giustizia Orlando, che non si avvale mai della facoltà di avviare procedimenti contro coloro che offendono quotidianamente il capo dello Stato». Il Pd ha di fatto «abolito» il reato di vilipendio. Ovviamente però solo per i “compagni”. Perché la musica cambia quando si tratta di avversari politici come Storace. «Chi, invece, per affermazioni banali è finito nelle maglie della giustizia, nonostante il chiarimento sul fatto specifico, ci deve rimanere. Questa interpretazione del diritto è veramente inaccettabile».
Uso politico della giustizia
L’intervento di Gasparri è ripreso dallo stesso Storace. Se la denuncia risponde al vero, afferma il leader de La Destra, «il Pd sta usando la giustizia a fini di parte». Storace ribadisce comunque di andare al processo a testa alta: «Affronteremo lo stesso con serenità il giudizio della magistratura venerdì prossimo, anche se rimaniamo attoniti di fronte al comportamento del partito della vendetta. Vogliono il processo solo ad una persona». Vendetta fa rima con doppiezza.