Nella giungla delle indennità anche 13 euro al giorno per stress da ufficio
Facciamoci del male, signori. E raccontiamo pure del ginepraio delle indennità. Districhiamoci nella giungla fittissima delle retribuzioni, dei parametri e dei benefit cioè che costano al contribuente un autentico salasso annuo e di cui nessuno parla volentieri. Piccoli sprechi che sommati diventano un fiume in piena assai più devastante, per i conti pubblici, delle esondazioni reali.
L'”emotività individuale” ha un costo
Soprattutto all’interno di quella vera e propria idrovora di risorse che è la pubblica amministrazione. Ad esempio, guardiamo alla Liguria. Una regione che è a pezzi. I suoi corsi d’acqua tracimano in continuazione, le sue terrazze e le sue colline franano, la sua popolazione è ormai stremata dall’eccezionalità di eventi climatici che sembrano senza fine: ma niente paura. Soldi per l’emergenza nisba non ce ne sono. E però le tasse, quelle sì, quelle si devono comunque pagare. Ma, e c’è sempre un ma, per lo stress da ufficio eccoli, pronta cassa, i danari. Nel caso in oggetto tredici euro al giorno. Per l’esattezza 13,02. Perché la Regione Liguria, nell’Italia dello spreco, è riuscita in una impresa pressoché impossibile: individuare un parametro, definito “emotività individuale e impegnative relazioni interpersonali”, grazie al quale erogare l’indennità di cui sopra per alcuni funzionari e dirigenti. Perché così è stato quantificato, in soldoni, il valore del fastidio, del dispiacere.
Un dossier del Mef alla Corte dei Conti
Il dovere cioè comunicare novità sgradite e dovere respingere al mittente istanze e richieste. Per l’appunto, lo stress, la fatica cerebrale che si affronta nel dover negare qualcosa a qualcuno. Roba che i manicomi chiusi da Franco Basaglia si potrebbero riaprire come d’incanto. Ma tant’è. Così è l’Italia. Per cui di questo e di tanto altro spreco si può leggere nel dossier che il ministero dell’Economia ha trasmesso alla procura della Corte dei Conti. Un modo per censire e soprattutto per cercare di mettere un freno alla politica delle indennità a pioggia (che forse questa è più devastante di quella vera) per funzionari statali, regionali e comunali nonché per le immancabili e spesso non dovute promozioni e progressioni di carriera. Vedremo.