Gli antagonisti minacciano un docente napoletano e mettono il video in Rete
Lo storico Paolo Macry è stato minacciato all’interno dell’Università Federico II, dopo un suo editoriale pubblicato domenica sul Corriere del Mezzogiorno. Nell’articolo il docente di Storia contemporanea aveva criticato le proteste dei gruppi antagonisti e la loro dura opposizione ai piani per Bagnoli e per i rifiuti. Una critica che evidentemente non si poteva fare. Da qui la richiesta di “chiarimenti” fatta giovedì mattina da un gruppo di “antagonisti”. Presentatisi come studenti, con l’articolo di giornale in mano, i giovani hanno tentato di sottoporre a una sorta di ‘”esame” il professore per confutare il suo editoriale. Il gruppetto, tra loro anche una donna, ha filmato l’agguato e postato il tutto su youtube.
La solidarietà di Caldoro e dei giornalisti campani
Il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli ha espresso solidarietà a Macry e segnalato la gravità dell’episodio. «Le intimidazioni al professore Macry, da anni stimato editorialista sono una gravissima forma di attacco alla libertà di informazione e di opinione. Un episodio su cui va fatta piena luce». Solidarietà al docente napoletano è arrivata anche da Stefano Caldoro: «Sono certo continuerà nel suo impegno con la solita determinazione e preparazione», ha scritto su Twitter il presidente della Giunta regionale della Campania.
«Gli antagonisti? Sono loro i veri reazionari»
Nell’editoriale, dal titolo “Gli antagonisti di sinistra. Ecco chi sono i nuovi reazionari”, Macry scrive tra l’altro: «Il cuore dell’antagonismo è ormai il rifiuto di ciò che una volta si sarebbe chiamato progresso. La rivendicazione di uno status quo , che a Napoli significa degrado urbano, periferie miserabili, criminalità. Il no radicale all’analisi dei problemi e alla ricerca di soluzioni. Invece che battersi per la trasformazione della polis , il conflitto mostra di averne paura. Preferisce che nulla si faccia. Un’opzione che rasenta il nichilismo». Dopo l’agguato Macry ha comunque detto di non temere per la sua incolumità ma che nessuno gli può negare il diritto di parola.