L’Europa tira fuori il cartellino giallo: il governo fa male i compiti
La Ue non si fida dell’attivismo propagandistico di Renzi e ammonisce l’Italia: il governo fa male i compiti. Sulle riforme «lo slancio è aumentato ma i progressi sono disomogenei», molte «ancora aspettano la piena approvazione o i decreti attuativi e quindi i risultati restano incerti», e «incertezza significativa pesa anche sulla spending review». Questi severi giudizi sono contenuti nel rapporto sugli squilibri macroeconomici italiani. La sostanziale sfiducia nutrita dalla Commissione guidata da Juncker nei confronti nelle capacità politiche e di governo di Renzi si desume chiaramente nel passaggio in cui, dopo aver ricordato che i «progressi dei prossimi mesi nelle riforme sono cruciali, si mette in guardia da «colli di bottiglia istituzionali e barriere nell’attuazione» che rimanderebbero i benefici.
Spending male impostata
Vale la pena ricordare che il rapporto sugli squilibri macroeconomici italiani è il documento che la Commissione è tenuta a stilare perché il Paese si trova nella categoria di quelli con “squilibri eccessivi”. Per quanto in particolare riguarda la spending review, Bruxelles fa notare che la decisione di affidare ai ministeri l’individuazione dei tagli che li colpiranno «può avere un effetto negativo sulla qualità dei tagli e mettere a rischio l’obiettivo di preservare asset pro-crescita e migliorare l’efficienza economica».
Debito, il grande peso dell’Italia
Il problema italiano è sempre lo stesso e il governo Renzi non si dimostra capace di risolverlo: «Il debito molto elevato è un peso grande per l’economia italiana, fonte di vulnerabilità nel contesto attuale di inflazione e crescita basse, e tiene a freno la crescita a causa dell’elevata tassazione necessaria per servirlo». La stroncatura Ue si abbatte anche sul fronte delle dismissioni delle aziende pubbliche: «Il piano privatizzazioni sta subendo ritardi nell’attuazione, oltre all’annuncio del piano di 0,7 del pil all’anno nel 2014-2017, limitate informazioni in rete sono disponibili, su quali compagnie e secondo quale calendario». Se continua così, non è lontano il giorno in cui l’Italia finirà sotto il commissariamento della “trojka”. Con buona pace degli apologeti della “legge di stabilità espansiva” di Renzi.