L’ultima trovata di Marino: dare casa ai rom. Belviso: «Idea delirante»
«In una città che è già una polveriera il sindaco Marino innesca un nuovo, pericolosissimo, detonatore». A dichiararlo è l’ex vicesindaco della Giunta Alemanno, Sveva Belviso, a proposito della nuova proposta capitolina: chiudere i campi rom per dare una casa alle famiglie di nomadi meritevoli per il semplice fatto di non delinquere. Come? Riperticando l’eterno – e mai conluso – progetto di riqualificazione delle periferie romane, e dunque bonificando aree periferiche in dismissione – o quasi – dove recuperare subito edifici abbandonati e vuoti da affidare a quei rom che vivono nella legalità (ammesso che ce ne siano). Dunque nel caos delle borgate date alle fiamme da residenti disperati che non sanno più come esprimere disagio e dissenso. Nel delirio ancora in corso affrontato semplicemente trasferendo il problema dell’impossibile convivenza tra famiglie romane e immigrati difficili da Tor Sapienza all’Infernetto. Sorda a qualunque richiesta d’aiuto e incurante delle interminabili liste d’attesa e delle graduatorie che da troppo affliggono gli abitanti della capitale più bisognosi e in perenne attesa di un alloggio popolare, l’amministrazione capitolina decide di regalare le case ai rom.
Sveva Belviso: «Un’idea delirante»
«Solo pensare una possibilità del genere – ci dice la leader del nuovo soggetto politico, l’Altra destra – è già una grande mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini romani. Inaccettabile costruire una corsia preferenziale per dare una dimora ai rom. Ci sono migliaia di famiglie romane in attesa da anni di una risposta da parte dall’amministrazione che non riesce a fare un piano per sottrarre le case popolari alla criminalità organizzata dei movimenti in lotta per la casa e per assegnare gli immobili alle famiglie per bene. Quindi una proposta del genere credo che sia delirante». Come si può pensare, nel caos in cui versano le periferie romane, di far partire a breve una ricognizione delle strutture del Comune rimaste inutilizzate per affidarle, come dice Marino, a quelle popolazioni rom che vivono nella legalità che, per inciso, non esistono? In sintesi, allora, approvo il progetto del censimento degli immobili inutilizzati del Comune e dell’auto-recupero, ma in vista però esclusivamente della legittima attribuzione a famiglie italiane in attesa di una casa popolare da anni».
La priorità è dare una casa popolare alle famiglie italiane in attesa
Un’idea, quella di Marino, errata nella concezione e nella tempistica: lanciata a poche ore dalla partenza del corteo a Ostia contro il Centro di accoglienza di via Salorno e, più in generale, contro il problema dell’immigrazione violenta. Corteo al quale partecipa anche Sveva Belviso, che conclude: «Tutto questo dimostra che il sindaco manca, oltre che di lucidità psicologica, anche di lucidità politica: è riuscito a sbagliare persino nella scelta dei tempi della sua irriverente proposta. Evidentemente non si rende bene conto che la tensione a Roma è all’esasperazione. La capitale, specie in alcune zone, è una polveriera e lui, con quest’ultima trovata, affonda ulteriormente il coltello della piaga dei conflitti sociali».