La Meloni sui marò: «La dignità italiana calpestata da governi di eunuchi»
Nella vicenda dei due marò, da oltre due anni trattenuti illegalmente in India, «c’è stato un significativo cambio di passo rispetto al passato e entrambi i governi, Roma e New Delhi, vogliono superare il caso positivamente. Il dialogo rispettoso è la strada da seguire». La sconcertante dichiarazione è del neoministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Sconcertante perché a tutt’oggi Salvatore Girone è sempre prigioniero in India, mentre Massimiliano Latorre provvisoriamente, per motivi di salute, è tornato in Italia, ma presto dovrà raggiungere il collega a New Delhi. E infatti quanto affermato dal ministro ha provocato l’immediata reazione di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, che da sempre si batte per il rientro immediato in patria di entrambi i marò.
Nessun cambio di passo
«La posizione di Gentiloni sul caso marò, che a suo dire si risolverà attraverso il dialogo rispettoso con l’India, è perfettamente in linea con la viltà dei governi Monti, Letta e Renzi. La nostra dignità nazionale continua a essere calpestata da esecutivi di eunuchi. Riponevo qualche timida speranza in un cambio di passo, appena frantumata dalle dichiarazioni di Gentiloni».
Vito: subito iniziative concrete
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della commissione Difesa della Camera, Elio Vito, che ha partecipato a Brindisi alla cerimonia di cambio al comando della brigata Marina S. Marco, alla quale appartengono i due fucilieri. «La mia presenza – ha sottolineato – vuole essere un ulteriore segnale di vicinanza, mio personale e di tutta la commissione Difesa, ai nostri marò ed ai loro familiari, che con grande senso di responsabilità stanno affrontando da oltre mille giorni una ingiusta e dolorosa situazione di privazione di libertà. Ma la triste assenza alla cerimonia di Latorre e Girone, uno in terapia di riabilitazione per un breve permesso per motivi di salute e l’altro ancora trattenuto in India, impegna ancora di più il governo Renzi ad assumere subito iniziative concrete per il loro definitivo rientro in patria».