Modena, incendiato il camper di candidato di Forza Italia

21 Nov 2014 17:41 - di Carlotta De Bellis

Il camper utilizzato per la campagna elettorale di Andrea Galli, candidato modenese di Forza Italia alla Regionali di domenica prossima e consigliere comunale, è stato distrutto giovedì notte da un incendio, quasi certamente doloso secondo i primi accertamenti. E’ accaduto in città, all’incrocio tra via Malmusi e via Valdrighi, non lontano dal centro. Non ci sono stati feriti; sono intervenuti vigili del fuoco, volanti del 113 e personale Digos.

«E’ stato un gesto spregevole, all’interno del camper c’erano poi due bombole di gas e, se fossero esplose, sarebbe stato un danno molto grave»: così Galli ha commentato l’attentato, avvenuto non lontano dall’abitazione del senatore di Ncd Carlo Giovanardi. «L’autore di questo gesto irresponsabile deve essere assicurato alla giustizia – ha proseguito – sia per il danno che ha fatto, sia per l’atto che ha compiuto. La città di Modena non si merita un gesto del genere, che credo sia legato alla cattiva opinione che si ha della politica oggi. Le difficoltà economiche che tutti noi viviamo – ha detto ancora il candidato di Forza Italia, attualmente consigliere comunale a Modena – abbinate agli sprechi della politica negli anni, con i pochi risultati messi insieme, stanno alimentando un clima pericoloso».

Solidarietà a Galli è stata espressa su Twitter da Mara Carfagna, portavoce di Forza Italia alla Camera. Il Pd di Modena in una nota ha condannato con fermezza tanto l’incendio notturno di Modena quanto l’attacco alla sede del Circolo Pd bolognese di via Galliera. «Il vandalismo come strumento del contraddittorio politico è del tutto inaccettabile – si legge nel comunicato – Il confronto rimane l’unica base della vita democratica e civile del Paese». La senatrice Anna Maria Bernini, vicepresidente vicario di Forza Italia in Senato, in una nota parla di «incivile atto di violenza. Il clima di odio e le continue tensioni che hanno fin qui marcato l’intera campagna elettorale, agitazioni che troppe volte si sono tradotte in vere e proprie aggressioni fisiche, non possono essere liquidate con la solita alzata di spalle né semplicemente catalogate sotto la voce “gesti isolati” ai quali allegare timide e pelose dichiarazioni di condanna».

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