Monito del Papa: via i mercanti dal Tempio
Sferza inestirpabili malcostumi e falsi convincimenti Papa Francesco. E come sempre lo fa rileggendo e commentando i Sacri Testi. L’ultima stoccata, allora, è arrivata dal brano evangelico della cacciata dei mercanti dal Tempio: «Dio non ha niente a che vedere con i soldi, e la Chiesa non può essere “affarista”, ha tuonato il Pontefice nel corso dell’omelia della messa a Santa Marta, aggiungendo che «ci sono due cose che il popolo del Signore non può perdonare: un prete attaccato ai soldi, e un prete che maltratta la gente». Un monito a cui il Vicario di Cristo al soglio Pontificio ha aggiunto l’esortazione rivolta ai «laici» di trovare il coraggio di denunciare «in faccia al parroco» un eventuale traffico di soldi in parrocchia.
Il J’accuse di Papa Francesco e la replica del cardinal Bagnasco
Quindi l’affondo, arrivato a corollario di un’accesa disamina: a un certo punto dell’omelia il Papa latinoamericano, raccontando un episodio legato ai primi anni del suo sacerdozio, è arrivato a definire «uno scandalo» la situazione per cui, entrando in una chiesa, si trova «la lista dei prezzi» per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. E non a caso Gesù, ha poi aggiunto, nel racconto del Vangelo caccia i mercanti dal Tempio: perché hanno trasformato la casa di preghiera in un “luogo d’affari”. «Quando quelli che sono nel Tempio, siano sacerdoti, laici, segretari, insomma persone che hanno da gestire la pastorale del Tempio – ha rimarcato Bergoglio – divengono affaristi, il popolo si scandalizza. E noi siamo responsabili di questo. Anche i laici. Tutti». Un j’accuse impegnativo che rimanda a responsabilità pesanti, a cui ha provato rispondere nel pomeriggio il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, il quale, commentando i più significativi passaggi dell’omelia odierna di Papa Francesco ha replicato: «I sacramenti non sono pagati in nessun modo. Le offerte che i fedeli intendono dare in forma libera sono un modo per contribuire alle necessità materiali della Chiesa».