Il mostro di Loch Ness non esiste: sono tronchi d’albero portati dai fiumi

22 Nov 2014 16:36 - di Bianca Conte

La sua è una leggenda che si rinnova anche quando si cerca di smitizzarla. Anzi, forse anche di più. Così, nelle ultime ore, a partire dalla pubblicazione del quotidiano britannico The Independent che ci ha aperto la home page del proprio sito Internet – il tam tam in Rete non ha fatto che rinverdire il suo mito riproponendo l’atavico quesito: il mostro di Loch Ness esiste davvero oppure è no? È frutto di credenze popolari tramandatesi di generazione in generazione, o è semplicemente il prodotto di un fenomeno naturale? Suggestione o scienza? Poco fa, infatti, l’articolo on line della testata inglese ha gettato – è proprio il caso di dirlo – nello sconfinato lago delle secolari ipotesi storiche e proposte fantascientifiche, l’ultima possibile soluzione all’amletico dubbio.

Nessie: illusione, suggestione o spoetizzante realtà?

Una recente ondata di apparizioni del mostro, del resto, ha nuovamente sconcertato gli esperti e la popolazione locale sulle rive del famoso lago scozzese, esordisce il giornale: e dopo un periodo di 18 mesi trascorso senza alcun «avvistamento accertato», prosegue il quotidiano, molta gente si è fatta avanti nelle ultime settimane sostenendo di aver visto bestie misteriose emergere dalle acque del lago. Ma non si tratterebbe di un ritorno di Nessie, come viene affettuosamente chiamato il mostro nelle Highlands. L’associazione di beneficienza Woodland Trust, infatti, è convinta che si tratti solo di tronchi d’albero portati dai fiumi che affluiscono nel lago e provenienti in questa stagione dalla foresta di Urquhart Bay. Ma che delusione!!! Niente mostruosa creatura dall’aspetto preistorico, con tanto di gobba e collo allungato? Niente più aggiornamenti dell’interminabile lista di avvistamenti e fantomatiche apparizioni? Niente più dilemmi tra foto choc e fotoshop? Niente. Anzi: addirittura, sempre secondo l’associazione, sarebbe possibile sfatare il mito delle visioni retrodatandolo anche ai decenni passati che potrebbero aver contribuito ad accreditare l’equivoco tra tronchi galleggianti e leggendaria creatura marina. «Grosse quantità di tronchi arrivano ogni anno dalle foreste attraverso due fiumi tortuosi che affluiscono nel lago – ha detto infatti un portavoce del trust -. Penso che alcuni dei tronchi possano spiegare le sagome lunghe e strette, a volte a forma di bastone, che vengono avvistate».

L’ultimo avvistamento con foto due mesi fa

Eppure, solo un paio di mesi fa un fotografo scozzese che ha voluto mantenere anonima la sua identità, avrebbe immortalato Nessie praticamente per caso, nel tentativo di cogliere i cambi di luce attraverso uno scatto a lunga esposizione. Un’immagine, la sua, in cui si riconoscerebbe la sagoma del “placido mostro” del lago scozzese, che va ad aggiungersi a tutte le presunte istantanee sul tema, e ad alimentare un’epica che nei secoli – dal primo avvistamento del 565 descritto da un monaco irlandese, San Colomba di Iona – mescolando storia e fantasy, si rinnova di rivelazione in rivelazione. Di smentita in smentita. Fino al prossimo capitolo della saga popolare internazionale.

 

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