Non tornano i conti e Renzi vende i gioielli di Stato (Enel e Ferrovie)
La crisi economica persiste e, per far quadrare i conti, al governo Renzi non resta che vendere i gioielli di Stato, a cominciare da Enel e Ferrovie. Ma basterà? «Il 2015 – scrive la Repubblica – sarà l’anno della nuova ondata di liberalizzazioni, che potrebbe portare in cassa fino a 15 miliardi di euro. Enel, Poste Italiane, Ferrovie dello Stato, Sace, Enav, al netto di Ansaldo Breda e Ansaldo Sts in dirittura d’arrivo e del positivo esordio in Borsa di Rai Way (titolo in rialzo del 4,68%), sono in cima all’agenda del ministero dell’Economia e dei Trasporti». La partita quindi è quella delle privatizzazioni, a cominciare da quella della società elettrica: la nuova tranche del 5% di azioni, infatti, è a un passo dalla cessione. Poi si passerà alle Poste, di cui si prevede la cessione di circa il 40% tra la primavera e l’estate del prossimo anno con un introito stimato di 4 miliardi. «L’ultima e più consistente novità – scrive ancora la Repubblica – riguarda poi le Ferrovie dello Stato. Il plico che contiene la privatizzazione di Fs sta correndo velocemente tra il Tesoro e il dicastero delle Infrastrutture. Il gruppo di lavoro che è stato istituito ha una finalità ben precisa: rendere possibile la vendita alla fine del 2015. L’intenzione è quella di mettere sul mercato il 40% della holding delle Ferrovie. Senza, quindi, procedere con uno “spezzatino” di beni e rete che pure era stato preso in considerazione. Una quota di questo tipo, negli auspici del governo, garantirebbe un incasso di quasi 5 miliardi, sempre che il mercato risponda positivamente».
Le previsioni del presidente della Consob
Qualche giorno fa il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, nel corso di un convegno organizzato da Clifford Chance sul tema della governance e del controllo dei rischi, aveva dichiarato che «la stagione delle privatizzazioni e Ipo si è fermata in quanto molti si aspettano di vedere cosa succede», perché ce ne sarebbero «questioni giuridiche da risolvere», ma aggiungendo che «sono convinto che nel 2015, risolti questi problemi, si potranno affrontare le privatizzazioni con basi più solide» e perciò «andare sul mercato con buone prospettive». Vegas si riferiva soprattutto alla quotazione delle Poste.