Obama va in India: il governo Renzi gli chieda di intercedere per i nostri marò
Il presidente Barack Obama ha telefonato al premier pachistano Nawaz Sharif poco dopo aver annunciato la sua presenza a New Delhi il 26 gennaio 2015 per la Festa della repubblica indiana. Lo ha reso noto Geo Tv ad Islamabad. Citando una notizia della Bbc in urdu, l’emittente sostiene che il capo dello Stato americano ha inteso rassicurare il Pakistan sul significato della sua visita in India. Nel corso della conversazione telefonica Obama ha esaminato con il suo interlocutore gli sforzi che Islamabad e Washington stanno facendo per contribuire alla pace e alla stabilità della regione. I due statisti hanno anche ribadito il loro impegno per mettere fine all’estremismo e al terrorismo. E’ la prima volta che un presidente americano è ospite d’onore in occasione della Festa della repubblica indiana, mentre in gennaio Obama compirà la seconda visita in India del suo mandato.
Appello per Latorre e Girone
Ma, al di là dei contenuti politici del viaggio riguardanti i rapporti fra Usa e India, l’incontro fra Obama e il premier indiano potrebbe servire anche alla causa dei nostri due marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da oltre due anni trattenuti illegalmente in India (Latorre è temporaneamente in Italia per motivi di salute ma tornerà presto a New Delhi). Perché il nostro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, invece di avventurarsi in affermazioni del tipo che nella vicenda «c’è stato un significativo cambio di passo rispetto al passato» (ma quale?, nessuno certamente se ne è accorto), potrebbe intervenire sul nostro grande amico ed alleato americano perché interceda verso le autorità indiane a favore dei due marò. La loro sorte sta a cuore a tutti gli italiani: perché dunque il governo Renzi non muove i passi necessari politico-diplomatici verso Obama, sensibilizzandolo al problema, in vista del suo incontro con il primo ministro indiano Narendra Modi?