A pagare l’agonia della destra sono stati gli italiani. Basta: o dentro o fuori
Il centrodestra all’ultimo esame. O dentro o fuori, basta che si esca da questo tunnel lunghissimo, Sono mesi e mesi assurdi, incredibili, da incubo: si è cercato solo di restare in qualche modo a galla, di aggrapparsi a qualsiasi cosa pur di non affogare, senza un minimo di reazione. L’ultimo esame è difficile, troppi i rancori, da anni si parla solo di tradimenti, figlioli più o meno prodighi, ritorni mancati all’ovile, c’eravamo tanto amati, divorzio all’italiana. E adesso, dopo le ennesime elezioni andate male, si ripetono i siparietti inutili, con Alfano che non vuole Salvini, Salvini che non vuole Alfano, Berlusconi che vuol perdonare Angelino, Formigoni che dice il contrario (“è Berlusconi che deve chiedere perdono”). Così non se ne esce. E’ il momento di rendersi conto che a pagare il prezzo più alto è stato il popolo di centrodestra e non solo. Ecco perché:
1- Lacrime e sangue
Dopo il famoso “golpe bianco” e l’arrivo dei tecnici al governo, agli italiani sono stati chiesti sacrifici enormi, valanghe di tasse, benzina alle stelle, leggi ghigliottina. Basti pensare a Monti, alla Fornero, ai banchieri diventati i padroni e alla Merkel che sorvolava Palazzo Chigi come un avvoltoio. Non solo lacrime e sangue, ma anche umiliazione e perdita di dignità.
2- La stagione della Kyenge e della Boldrini
Dopo le elezioni, il governo Letta. Da quel momento l’Italia – a causa soprattutto delle tesi della “ministra” Kyenge e della “presidente” Boldrini – è stata letteralmente invasa dagli immigrati, senza uno straccio di controllo e senza limiti, “porte aperte a tutti” e pacchi di demagogia venduti al mercato a prezzi stracciati. Il reato di clandestinità è sparito nel nulla, in vetrina sempre la Kyenge e le sue tesi (posti nella pubblica amministrazione agli immigrati, pensioni agli immigrati, aiuti agli immigrati perché partono sani e si ammalano in Italia, tanto per citare le sue uscite più famose). La Boldrini arrivò a proporre di dare la precedenza agli immigrati negli alloggi popolari e negò l’evidenza (“non c’è nessuna invasione sulle nostre coste”).
3- Massicci anche gli arrivi dei nomadi
Con i governi di centrosinistra e le elezioni a sindaco di esponenti della sinistra (Pisapia e Marino gli esempi più eclatanti) è aumentata la presenza dei nomadi nelle città, con picchi a Roma e Milano. Anche in questo caso sono spuntate fuori alcune proposte (le seconde case degli italiani vanno date in affitto ai nomadi) ed è famoso l’urlo della Kyenge (“siamo tutti rom”). A farne le spese, ancora una volta i residenti. Non a caso sono scoppiate proteste che hanno fatto il giro del mondo, da quella di Corcolle a quella di Tor Sapienza. Tra centri di accoglienza e campi rom la situazione è diventata bollente e interi quartieri vivono tensioni altissime.
4- Le altre follie
Per mesi le anime belle della sinistra al governo hanno tentato di imporre lo svuotamento della famiglia puntando sulle scuole, dalla storia di “genitore 1 e 2” per sostituire le parole “padre e madre” alle favole gay raccontate nelle scuole elementari e persino all’asilo. Un altro tema che sembrava prioritario – in una stagione di violenta crisi economica – è stato quello dei matrimoni omosessuali, con le sceneggiate dei sindaci che “sposavano” le coppie gay davanti ai fotografi. Nessuno ne sentiva il bisogno.
5- Quello che è stato perso…
Con il centrosinistra gli italiani hanno perso tutto ciò che avevano ottenuto dai governi Berlusconi: era stata cancellata l’Ici sulla prima casa, sono arrivate l’Imu e la Tasi; erano state cancellate le tasse di successione o donazione e sono rispuntate in modo pesante; è stato dato lo stop a grandi opere che avrebbero dato una forte spinta alla nostra economia. A conti fatti gli italiani se la sono vista male. E la risposta da dare a loro non è certo chi deve chiedere perdono.