Il popolo di Mosca scende in piazza per difendere Putin e la Russia

4 Nov 2014 18:06 - di Antonio Pannullo
Manifestazione pro Putin

A dispetto delle notizie stampa americane secondo le quali il presidente russo Vladimir Putin era gravemente malato (New York Post del 24 ottobre scorso), lo “zar” gode invece di ottima salute: parecchie decine di migliaia di persone (75.000 secondo la polizia) hanno sfilato in via Tverskaia, nel cuore di Mosca, inneggiando a Putin nel giorno dell’Unità del popolo russo. Alla manifestazione hanno partecipato i capi dei principali movimenti politici che sostengono il leader del Cremlino.

La Festa dell’Unità nazionale russa

Tanti i tricolori russi, ma anche le coccarde nero-arancioni: simbolo della vittoria sull’invasore nazista nella Seconda guerra mondiale e ora anche dei separatisti filorussi del sud-est ucraino. Non è stata l’unica manifestazione nella capitale: per dimostrare quanto la questione ucraina sia sentita in Russia, circa 2.000 nazionalisti russi hanno marciato a Lublino, nella periferia sud-orientale di Mosca, tra croci celtiche e bandiere zariste nere, gialle e bianche per celebrare a loro modo il 4 novembre, giorno che Putin ha deciso di dedicare alla Festa dell’unità nazionale, rimpiazzando di fatto la festa della rivoluzione di epoca sovietica (che cadeva il 7 novembre). Ma gli estremisti di destra russi – sempre uniti da slogan come “La Russia ai russi” – quest’anno erano divisi sulla crisi ucraina: se la maggior parte di loro inneggiava alle repubbliche separatiste filorusse del sud-est sventolando la bandiera della “Novorossia“, un gruppo di circa trecento persone dello stesso corteo manifestava al contrario in favore dell’Ucraina inneggiando all’unità di tutti gli slavi.

La Merkel conferma le sanzioni a Mosca

E Putin in questo momento ha bisogno di consenso, dopo che ha riconosciuto valide le elezioni dei separatisti filorussi, condannate da tutto il mondo. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha ribadito che le sanzioni contro la Russia proseguiranno, perché Mosca «non collabora»…

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