Renzi all’Alcatel: uova contro le auto del suo staff. Ma lui entra dal retro
Una contestazione dietro l’altra. Per Matteo Renzi quella di oggi è stata un’altra giornata con tante chiacchiere e molte ombre. Arrivato a Vimercate per chiudere la quattro giorni dedicata alla presentazione del nuovo stabilimento di Alcatel-Lucent è stato accolto da forti proteste dei sindacati e dei lavoratori dell’azienda al grido di «Buffone, buffone».
La protesta dei sindacati e dei lavoratori
L’arrivo delle auto blu del suo staff davanti all’ingresso della multinazionale è stato accolto con il lancio di uova e anche con fischi e insulti. Ma lui è riuscito a evitarli perché la sua auto è entrata da un ingresso secondario. Davanti alla sede si sono radunanti circa cinquecento lavoratori per il presidio promosso dalla Fiom Cgil e dalla Fim Cisl di Monza e Brianza. Sotto la pioggia i manifestanti hanno chiesto lo sciopero generale contro le politiche del governo in materia di lavoro.
Il piano industriale della multinazionale
La multinazionale francese attuando il nuovo piano industriale ha previsto un investimento di 60 milioni di euro per la nuova sede di 33mila metri quadri e anche tagli. La ristrutturazione di Alcatel Lucent ha comportato esuberi per un ammontare di 586 addetti, la metà circa riallocati con la cessione di un ramo d’azienda e i rimanenti circa duecento posti in cassa integrazione straordinaria fino al prossimo mese di maggio. Ma ai sindacati preme affrontare anche i licenziamenti del settore Tlc, secondo i loro calcoli sono duemila i posti di lavoro a rischio.
L’incontro con i sindacati
Al termine della visita Renzi ha incontrato una delegazione di Fiom, Fim e Uilm della Brianza. All’incontro è durato poco più di una decina di minuti ha partecipato anche la Rsu della multinazionale che produce hardware e software per le Tlc. «La Silicon Valley brianzola – ha detto il premier alle rappresentanze sindacali – per noi deve avere un futuro. È importante creare un clima positivo per trovare soluzioni. Spero che la mia presenza qui aiuti a risolvere le difficoltà che state vivendo». Durante la sua visita Renzi è poi tornato sulla polemica con il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker: «Non ho mai detto che la Commissione europea è un covo di burocrati, ma ora che l’hanno detto loro la cosa mi fa pensare. Non abbiamo voglia di fare polemica con i vertici europei. Se vogliono uscire dal recinto dorato della burocrazia dicano che tutti gli investimenti che servono per creare tecnologia, ricerca e innovazione vengano tolti dalle catene del patto di Stabilità».