Salvini torna in Emilia. E gli ultras di sinistra minacciano il bis
Matteo Salvini torna sul “luogo del delitto” perché la campagna elettorale non si ferma. Dopo la brutta giornata di sabato con l’aggressione subìta, il leader della Lega conferma il suo tour elettorale in Emilia in vista delle elezioni del 23 novembre. E purtroppo i violenti dell’estrema sinistra, autori del tentato pestaggio, minacciano il bis. Diverse le tappe emiliane nella zona tra Imola e Castel San Pietro terme in compagnia del candidato alla presidenza della Regione Alan Fabbri (sono improvvisamente saltati gli impegni nel pomeriggio a Casalecchio), mentre sei militanti del collettivo Hobo (tra i più accesi anche durante gli scontri per il comizio di Forza Nuova del 18 ottobre), identificati dalla Digos e denunciati, saranno indagati per danneggiamento e violenza privata. Secondo gli inquirenti, infatti, sono loro ad aver assaltato l’auto del segretario leghista nel parcheggio dell’Hippobingo alla Bolognina.
Parla uno degli aggressori: rifarei tutto
La tensione è ancora alle stelle come dimostra l’incredibile intervista a Sky Tg24 di uno dei violenti che ha assaltato l’auto di Salvini. «È un corpo estraneo – ha minacciato – quando arrivano a provocare si alza la tensione». Il no global, che si nasconde dietro al cappuccio di una felpa per non essere riconosciuto dalle forze dell’ordine, è pronto a rifare tutto: «Se torna lo aspettiamo». E racconta il fattaccio con malcelato orgoglio: «È stata un’espressione di rabbia nei confronti di chi è venuto a fare una provocazione, un incitamento all’odio». E ancora: «Se si fosse fatto accompagnare dalla questura, l’avremmo insultato, sputazzato, ma non abbiamo mai cercato lo scontro con le forze dell’ordine, che infatti non c’è stato».
La spirale di violenza
La spirale di violenza non sembra destinata a fermarsi e non si contano gli “avvertimenti” e le intimidazioni dei “democratici” estremisti della sinistra emiliana: nella notte la sede della Lega di Parma è stata imbrattata con insulti a Salvini firmati con stelle a cinque punte, falce e martello e la A cerchiata. Problemi anche a Imola in concomitanza con la visita del leader della Lega. Dopo un tranquillo comizio davanti all’ex cooperativa Terre Emerse, che fu presieduta dal fratello del presidente della Regione Vasco Errani, poi condannato e per questo dimessosi, un gruppo di manifestanti dell’ultrasinistra ha bloccato gli accessi alla struttura di via Bergullo che ospita una trentina di profughi del Bangladesh.