Altro libro sui partigiani: un passo indietro rispetto al coraggio di Pansa

11 Nov 2014 13:20 - di Priscilla Del Ninno

Si pensava che sulla Resistenza si fosse detto di tutto e di più. Che in termini di proposte e repliche editoriali, il lungo dibattito seguìto al rivoluzionario contributo offerto sul fronte del revisionismo storico da Giampaolo Pansa, autore del Ciclo dei Vinti, si fosse in qualche modo esaurita la spinta propulsiva al saggismo agiografico intestato alla mitografia partigiana. E invece no. E sulla spinosa questione è tornato – ripercorrendo il divario tra ortodossia e smitizzazione, e riaccendendo il dibattito sull’“altra faccia” della Resistenza – lo storico Santo Peli, autore di Storie di Gap. Terrorismo urbano e Resistenza, studioso che, in particolare dal 1994 al 2006, ha dedicato ampi spazi di ricerca e di scrittura al tema, pubblicando volumi quali Il primo anno della Resistenza. Brescia 1943-1944, La Resistenza difficile, La Resistenza in Italia. Storica e critica, Storia della Resistenza italiana.

L’infinita disquisizione sulla Resistenza

Eppure oggi, evidentemente ancora lontani dal traguardo dell’esausitività dell’argomento. Date in qualche modo per archiviate dispute ideologiche e controversie storiche seguite a lungo all’operazione di sdoganamento proposta dal contributo letterario ed enciclopedico firmato Pansa, con cui il giornalista e scrittore ha rimesso in discussione, fino a ribaltarne i ruoli, carnefici e vittime di uno dei capitoli più importanti e dibattuti della nostra storia nazionale. Sopite le polemiche e tacitati gli animi dei sostenitori di un integralismo resistenziale considerato patrimonio di una memoria condivisa che poi, così condivisa non è risultata essere, eravamo certi che la palla sarebbe tornata al centro, almeno per un po’. Con buona pace di Giorno Bocca e Anpi.

La nuova incursione sul tema: rieccoci alle prese con i Gap

E invece il silenzio editoriale è rotto da questa nuova incursione sul tema presentata da Repubblica: ed eccoci nuovamente alle prese con i Gap (Gruppi di Azione Patriottica). Con gli interrogativi legati al binomio attentato-rappresaglia. Con le «controverse azioni di guerriglia» che hanno insaguinato la Resistenza. Con il dilemma sull’iconografia gappista: furono paramilitari al servizio della causa o violenti vendicatori, autori di efferati episodi criminali a lungo taciuti dalle riscostruzioni ufficiali? Ci riserviamo di tornare a rispondere dopo la lettura del volume di Santo Peli.

 

 

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