Sud, c’è una fetta della Lega che non ha ancora voltato pagina
La Camera dà il via libera bipartisan alle mozioni presentate da tutti i gruppi parlamentari dedicate al rilancio economico ed occupazionale del Mezzogiorno con particolare riferimento all’emergenza della Campania. Una direzione di marcia che, tanto più in uno scenario di crisi, dovrebbe essere condivisa al di là delle bandiere di partito. Non è così per la Lega che, con buona pace della svolta di Salvini, torna a vestire i panni anti-meridionalisti ricalcando le antiche parole d’ordine dell’orgoglio padano contro il Sud assistito.
Rampelli replica allo show in aula
Durante il dibattito in Aula, dagli scranni del Carroccio si sono levate critiche durissime alle mozioni definite «scellerate» in un crescendo che si è concluso al grido di “Viva San Marco”. «La Lega ha gettato la maschera votando contro tutte le mozioni per il rilancio del nostro Mezzogiorno a negare che a fianco alla stringente questione settentrionale esiste un’enorme e non più rinviabile questione meridionale», ha commentato Fabio Rampelli, capogruppo di Fratelli d’Italia-An sottolineando come la mancata modernizzazione del Sud coincide con l’impossibilità dell’Italia di superare la crisi economica e occupazionale.
Senza il Sud non si esce dalla crisi
«Non si possono considerare i finanziamenti per le infrastrutture del Nord soldi per lo sviluppo e l’occupazione e quelli per il Sud assistenzialismo. Nel decreto “sblocca Italia” – ha aggiunto – sono già state dirottate ingenti risorse destinate al Sud verso il Nord. Nel corso dei decenni, i governi hanno giustamente agevolato i collegamenti di valico transalpino, realizzato aeroporti, anche di dubbia utilità come Malpensa, e centinaia di chilometri di ferrovie, strade, autostrade, porti, attivato la Tav, che però si ferma a Napoli». Il Sud – ha aggiunto Rampelli – ha bisogno di tutte le forze politiche per agganciare la ripresa ed emanciparsi dalla criminalità organizzata.
Il silenzio sullo Ponte sullo stretto
«All’accusa di scelleratezza proveniente dalla Lega, che ha intimato di non prendere più i soldi del Nord e ha concluso con un’incitazione al popolo veneto affinché si svegli, si aggiunge il silenzio assordante dopo l’informativa del ministro Lupi sul Ponte sullo stretto. Praticamente – un altro no alla realizzazione di una grande infrastruttura che vale più o meno quanto il traforo del Monte Bianco. La Lega resta profondamente anti meridionale, questa la verità. Peccato – ha concluso il capogruppo di Fratelli d’Italia-An – è il segnale definitivo che l’annunciata creazione di un partito parallelo al Sud serve solo a usare voti, da trasformare in seggi al Nord e per il Nord. Gli investimenti sono tali al Nord come al Sud, perché l’Italia è una sola. È ora che la Lega se ne faccia una ragione».