Il vino italiano è l’ultima vittima delle sanzioni imposte alla Russia
In crisi veritas, oltre che in vino. È nelle cifre drammatiche del buco di fatturato delle aziende italiane dell’agroalimentare la dimensione esatta delle ripercussioni che l’embargo commerciale imposto dalla Russia di Putin in risposta alle sanzioni della Ue, sta provocando sulle imprese italiane: duecento milioni di euro. L’ultimo grido di allarme arriva dalla rassegna internazionale “Vinitaly”, che nella sua tappa di Mosca denuncia la chiusura del mercato russo, principale referente delle aziende italiane del settore, agli esportatori dei vini prodotti nel nostro paese. Danni indiretti, visto che l’embargo non riguarda gli alcolici, ma pur sempre danni.
Gli effetti collaterali dell’embargo alla Russia
Il crollo del rublo “sta rendendo onerosa l’importazione” di vini italiani per la Russia e la guerra delle sanzioni tra Mosca e Occidente per la crisi ucraina – anche se l’embargo russo sui prodotti agroalimentari non riguarda gli alcolici – sta avendo effetti negativi indiretti sul settore», denuncia il presidente di Veronafiere Ettore Riello, a margine dell’undicesima edizione di Vinitaly Russia a Mosca, un’iniziativa dell’ente fieristico scaligero per promuovere l’esportazione dei vini italiani in Russia. Il nostro Paese è in pole position per le esportazioni di vino in Russia, ma “l’embargo ha un profilo a tinte fosche”, ha spiegato Riello, aggiungendo che, a suo parere, “l’Italia potrebbe assumere una linea anche di stimolo per la risoluzione delle problematiche in certe aree politiche, che sono sicuramente delicate e importanti, mostrando allo stesso tempo una certa sensibilita’ anche sul piano commerciale”.
Un lento calo della domanda
Stando ai dati delle dogane russe, citati dall’agenzia di Mosca dell’Istituto per il commercio estero (Ice), tra il 2012 e il 2013, la Russia ha aumentato le sue importazioni di vino dell’11,88% fino a un valore di 911 milioni di euro. Il nostro Paese in questo contesto è primo, con un export pari a 260,4 milioni di euro e una crescita del 26,8% rispetto al 2012, più della Francia che nel 2013 ha invece esportato in Russia vini per 206,2 milioni di euro (+4,02%). Nei primi otto mesi di quest’anno, a causa della situazione economica e geopolitica, la Russia ha però ridotto quasi del 5% le importazioni di vino rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Italia ha comunque retto il colpo facendo registrare un calo del valore delle esportazioni solo dello 0,72%: da 136,7 milioni di euro nei primi otto mesi del 2013 a 135,7 milioni di euro nei primi otto mesi del 2014.
I danni al settore agroalimentare
Sono infatti almeno 200 milioni all’anno i danni diretti solo per il settore del Made in Italy agroalimentare, che l’anno scorso aveva esportato prodotti verso la Russia per una cifra record di 706 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i danni indiretti, dato che l’Italia potrebbe diventare mercato di sbocco dei prodotti comunitari ed extracomunitari ora rifiutati dalla Russia con un ulteriore deprezzamento dei prezzi delle merci che penalizzerebbe ulteriormente il nostro mercato.