Il volo “galeotto” del ministro Pinotti complica la rotta verso il Quirinale
È giallo sulla vicenda del volo di Stato utilizzato da Roberta Pinotti il 5 settembre scorso sulla tratta Roma-Genova (dove il ministro della Difesa risiede). Il caso si arricchisce di nuovi elementi e rischia di influenzare la corsa per il dopo-Napolitano visto che Pinotti è la candidata di Matteo Renzi. Un servizio del Tg de La7 di lunedì sera ha mostrato documenti inediti dei piani di volo presenti nel cervellone dell’Ente Nazionale Assistenza Volo. Piani di volo che sono stati ripresi e commentati anche dal Fatto Quotidiano in un articolo dal titolo Pinotti, il volo su misura.
I piani di volo dell’Enav
In sostanza, dall’Enav, si legge sul quotidiano diretto da Padellaro, «risulta che il piano del Falcon 50 che quella sera ha riportato il ministro a casa da Ciampino è stato cancellato alle 18 e 04 e riscritto alle 18 e 06 in concomitanza dell’orario del decollo stimato dell’Airbus del premier Renzi da Firenze, sul quale c’era Roberta Pinotti». L’aereo proveniente dal Galles ed atterrato a Firenze per far scendere Renzi prima di andare a Ciampino aveva un ritardo di una ventina di minuti a cui si sarebbe adeguato il volo Falcon diretto a Genova (dove risiede la Pinotti). In pratica, scrive il Fatto, il piano di volo del Falcon 50, che teoricamente doveva essere in missione di addestramento, non sembrava ritagliato su misura delle esigenze dei piloti bensì su quelle dell’unico passeggero civile: Roberta Pinotti. Bocche cucite al ministero della Difesa che non ha commentato il servizio de La7. Dal canto suo, il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, alla domanda dei giornalisti “Il ministro Pinotti è indagato?” ha risposto: «Su questa vicenda non commento».
I riscontri del “Fatto”
Il 25 e 26 settembre il quotidiano aveva pubblicato due documenti che, si legge sull’inchiesta, «dimostravano già che quel volo Roma-Genova ancorché trattato dal punto di vista dei permessi come un normale volo di addestramento aveva caratteristiche particolari. Se Roberta Pinotti avesse voluto usufruire dello stesso aereo la stessa sera seguendo le regole previste per tutti i ministri dalle norme e direttive introdotte prima da Berlusconi e poi da Monti e Letta sarebbe dovuta passare dalla Presidenza del Consiglio. Il volo però le sarebbe stato negato. Infatti: “I voli di Stato devono essere limitati al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio dei ministri, al presidente della Corte costituzionale” e “eccezioni rispetto a questa regola devono essere specificamente autorizzate” inoltre, “una volta autorizzato il volo si procede alla pubblicazione, con cadenza mensile, sul sito internet della Presidenza del Consiglio dei ministri”».