11 dicembre 1941: il duce dichiara guerra agli Usa nel nome di Ro-Ber-To

11 Dic 2014 8:54 - di Antonio Pannullo

L’11 dicembre del 1941, quattro giorni dopo l’attacco giapponese su Pearl Harbor, l’Italia e la Germania, fedeli al Patto Tripartito (il famoso Roberto, Roma-Berlino-Tokyo)con il Giappone, dichiararono guerra agli Stati Uniti. Mussolini lo fece dal balcone di piazza Venezia, Hitler fece consegnare all’ambasciatore americano a Berlino una sobria lettera di von Ribbentrop. In questa lettera si ricorda agli Stati Uniti che essi hanno violato più volte lo stato di non belligeranza tra Washington e Berlino e che la marina militare americana ha più volte sequestrato mercantili tedeschi nonché avere l’ordine di sparare su navi militari tedesche. Da parte sua Mussolini nel suo discorso ricorda che né l’Asse italo-tedesco né il Giappone avrebbero desiderato l’estensione del conflitto, e accusa direttamente il presidente americano Roosevelt di aver perseguito la guerra mediante una serie di provocazioni.

Il cosiddetto attacco a sorpresa a Pearl Harbor

Vero è che da mesi in Birmania e in tutto il sudest asiatico gli Stati Uniti facevano volare aerei senza insegna con piloti militari in borghese che attaccavano a tradimento mezzi giapponesi nella regione. Questa storia dell’attacco a sorpresa giapponese su Pearl Harbor è solo una favoletta raccontata dai vincitori. Comunque, nel discorso Mussolini è veramente convinto che la guerra sarà vinta, perché probabilmente non aveva valutato appieno la potenza americana. Infatti conclude il suo discorso, peraltro applauditissimo, così: «Italiani e italiane, ancora una volta in piedi siate degni di questa grande ora. Vinceremo!». Il discorso fu molto più breve di quello dell’anno precedente, quando fu dichiarato guerra a Francia e Inghilterra, ma fu molto più grave e dalle conseguenze incalcolabili. Mussolini si diceva fiducioso per i 250 milioni di soldati valorosi che avrebbero certamente vinto, e su questo non aveva torto, perché le potenze mondiali ci misero cinque anni per battere l’Asse, e ricorrendo a mezzi assolutamente non convenzionali: bombardamenti a tappeto sui civili e persino l’uso di armi atomiche mai utilizzate in precedenza. Comunque, hanno vinto.

Le torture della Cia ai nemici in tempo di pace

Ma è molto amaro considerarlo nei giorni in cui emergono alla luce le atrocità inaccettabili compiute dalla Cia nei confronti di coloro che consideravano nemici, perché gli americani che oggi compiono queste nefandezze sono gli stessi che ieri bombardavano le scuole elementari e intere città popolate solo da civili. Ma allora, almeno, eravamo in guerra dichiarata. Oggi la Cia fa la guerra – e che guerra – a tutti in modo unilaterale…

 

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