Calciatori? No, nell’Italia “sinistra” tutti sognano di diventare bidelli

26 Dic 2014 18:22 - di Desiree Ragazzi

Il sogno di ogni bambino è sempre stato quello di diventare un calciatore. Il sogno di ogni bambina è di fare la cantante o la ballerina. Il sogno dei laureati d’oggi, alle prese con la disoccupazione, è di diventare bidello. Lo testimonia il boom di domande, probabilmente superiori al milione presentate in questi giorni da tantissimi giovani laureati per essere collocati nella terza fascia delle graduatorie d’istituto al fine di candidarsi a svolgere, per brevi periodi, mansioni di assistente amministrativo o tecnico. Ma anche per fare il collaboratore scolastico. La segnalazione è arrivata dal sindacato Anief e conferma una realtà molto dura: per lavorare e guadagnare subito la laurea serve sempre meno.

Tutti in corsa per fare il bidello

Per quasi tutti quelli che hanno presentato domanda, il sogno è quello di essere convocati e raggiungere il prima possibile il “tetto” dei due anni di servizio, così da essere collocati successivamente in un livello di graduatoria più alto, rendendo così possibile sottoscrivere supplenze annuali e sperare nell’assunzione a tempo indeterminato. Questo nonostante la decisione, da parte del governo, di riformare la scuola e tagliare, al contempo, il personale Ata. «Ma il boom di richieste di inserimento nelle graduatorie di terza fascia d’Istituto, utile per subentrare al titolare per brevi periodi, cozza – fa notare l’associazione – con la norma della Legge di Stabilità 2015 che cancella di fatto le supplenze del personale per brevi periodi. Eppure tra gli aspiranti Ata ci sono anche tanti laureati, disposti ad accettare ruoli professionali di livello base: l’inserimento a scuola rappresenta ancora un’aspirazione o un’alternativa in un periodo di grave crisi lavorativa ed economica». Per Marcello Pacifico, presidente dell’Anief  «la scelta di razionalizzare gli organici del personale non docente e le sostituzioni confligge davvero con quella dell’aumento esponenziale dei compiti assegnati alle scuole».

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