Cuba e Usa, storico disgelo. Obama annuncia la (quasi) fine dell’embargo

17 Dic 2014 19:11 - di Laura Ferrari

«Cominceremo a normalizzare le nostre relazioni con Cuba» è l’annuncio fatto in diretta tv dal presidente Usa, Barack Obama. Un annuncio storico che apre un nuovo capitolo nella storia tempestosa dei rapporti tra gli Stati Uniti e il regime castrista. «Questi 50 anni ci hanno mostrato che l’isolamento di Cuba non ha funzionato. Porremo fine a questo approccio ormai vecchio», ha detto ancora Obama. Quindi, ha annunciato di aver «dato al segretario di stato John Kerry il mandato di avviare negoziati immediati con Cuba per riavviare il dialogo fermo dal 1961». Tra le misure immediate, Cuba sarà tolta dalla lista nera dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo, ci sarà quindi «un aumento dei collegamento di telecomunicazioni tra Stati Uniti e Cuba», aggiungendo che le aziende «saranno in grado di vendere merci che permetteranno ai cubani di comunicare con gli Usa e con altri Paesi». «L’aumento dei commerci – ha detto – è una buona cosa per americani e cubani». Il presidente americano nel corso del suo intervento ha parlato anche in spagnolo dicendo: «Todos somos americanos», siamo tutti americani.

E Raul Castro ringrazia il “garante” Papa Francesco

All’alba di venerdì 17 dicembre era arrivato il primo segnale di una giornata storica nei rapporti tra Cuba e Stati Uniti. Il contractor americano Alan Gross, rinchiuso dal 2010 in un carcere dell’Avana per spionaggio, è infatti stato rilasciato dalle autorità cubane. Collaboratore di Usaid, Gross era stato arrestato 5 anni fa mentre distribuiva materiale elettronico alla comunità ebrea all’Avana e condannato a 15 anni di prigione. Per il rilascio di Gross, contestualmente Washington ha accettato di liberare per motivi umanitari tre agenti cubani detenuti in Usa per spionaggio nei confronti di gruppi anti-Castro a Miami. A ricoprire un ruolo determinante nello storico disgelo, Papa Francesco. Secondo la stampa americana il pontefice argentino avrebbe giocato un ruolo da garante nelle trattative fra Stati Uniti e Cuba, iniziate lo scorso anno. Non a caso dall’Avana il presidente cubano, Raul Castro, ha ringraziato il Vaticano «e in particolare Papa Francesco» per la sua mediazione nel dialogo con gli Stati Uniti, così come ha citato «il governo del Canada, per il modo in cui ha facilitato il dialogo ad alto livello» fra i due paesi. La Santa Sede non smentisce e, in una nota, spiega di aver offerto «i suoi buoni offici per favorire un dialogo costruttivo su temi delicati», tra Cuba e Usa, «dal quale sono scaturite soluzioni soddisfacenti per entrambe le Parti» e «continuerà ad assicurare il proprio appoggio alle iniziative che le due Nazioni intraprenderanno per incrementare le relazioni bilaterali». Da Cuba, Castro ha tuttavia sottolineato che il ristabilimento dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti e le altre misure bilaterali annunciate da Obama «non risolvono la questione principale, cioè il blocco economico, commerciale e finanziario che provoca enormi danni economici e umani, e deve cessare».

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