Il diritto di sciopero non è più un tabù: Lupi scatena l’ira di Cgil e Uil
Il diritto di sciopero non è più un tabù inviolabile: la decisione del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi di precettare i ferrovieri scatena l’ira di Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, rispettivamente segretari della Cgil e della Uil, che minacciano sfracelli istituzionali. I due leader sindacali affermano in una nota congiunta che la precettazione «mette in discussione una delle massime espressioni della democrazia». Di qui il bellicoso annuncio: «È nostra intenzione investire dell’accaduto le massime cariche dello Stato».
Capone (Ugl): «Una provocazione»
Secondo Barbagallo e la Camusso «siamo di fronte a un inequivocabile atto di lesione del diritto di sciopero sancito dall’articolo 40 della Costituzione: un atto discriminatorio nei confronti di una parte di nostri concittadini». Anche l’Ugl attacca il ministro. Il segretario generale Paolo Capone giudica la decisione di Lupi «una scelta grave e allo stesso tempo una provocazione del tutto inopportuna». Secondo Capone è «infondato l’obbligo per il personale addetto al trasporto ferroviario di astenersi dallo sciopero generale».
Renzi fa il “pompiere”
Singolare la cautela di Renzi. Sempre pronto a dare fuoco alle polveri contro la Camusso, stavolta il premier fa il “pompiere” e non si impegna più di tanto a difendere il “suo” ministro: «C’è profondo rispetto per i sindacati, non la pensiamo come loro, cambieremo paese anche per loro ma garantiamo la massima collaborazione istituzionale e mi auguro che si risolvano in poche ore le polemiche tra Lupi e Camusso».
Il Garante: «Conflittualità patologica»
Il problema della conflittualità esasperata nei servizi pubblici essenziali si pone però da tempo. E di questa esigenza si è fatto interprete il presidente della commissione di Garanzia sullo sciopero, Roberto Alesse, in un’intervista al Corriere della Sera: «In questa Italia da tempo nessuno media più, ma il conflitto collettivo di lavoro nei servizi pubblici essenziali ha assunto ormai un connotato patologico che impone l’assunzione di responsabilità da parte delle Istituzioni». «Se ai sindacati che scioperano – rileva sempre Alesse – va applicata rigorosamente la legge perché l’Italia non può paralizzarsi, al governo va l’appello affinché incentivi le sedi del dialogo, perché è inimmaginabile che la ragione stia sempre solo da una parte». L’intervento del Garante ha suscitato la reazione piccata dello stesso ministro Lupi: «La politica deve fare la politica, mentre le autorità indipendenti devono svolgere il loro ruolo di garanzia». Tutti contro tutti: si salvi chi può.