La figuraccia di Renzi: «Evitata un’ecatombe». Ma spuntano 38 dispersi
Sul naufragio del traghetto Norman Atlantic di certo al momento ci sono due numeri: i naufraghi messi in salvo, che sono sono 427 e quello degli italiani salvi, che sono 44 italiani (di cui 22 passeggeri). Il numero dei morti sembra purtroppo destinato a salire: lunedì notte, con il recupero di altri due corpi, se ne contano 10. E rimane il giallo se la nave trasportasse altre persone che non risultano nella lista dei passeggeri. Che certamente dovevano esservi: già due clandestini afghani sono comparsi nel gruppo dei 49 naufraghi giunti al porto di Bari su un mercantile. Per questo, mentre il settimanale greco To Vima, considerato tra i più autorevoli, ha diffuso il numero di 38 dispersi, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi, si è affrettato a precisare che «fare le previsioni sul numero dei dispersi, l’abbiamo detto anche al ministro greco, ci sembra assolutamente prematuro. I numeri sono ballerini». Sulla Norman Atlantic – ha spiegato il ministro – sono state salvate 427 persone (tra cui 56 membri dell’equipaggio), otto sono i morti (in serata sono stati però trovati altri due corpo ndr), per un totale di 435. Sulla lista d’imbarco però i passeggeri erano 478, ma alcuni dei nomi delle persone salvate non figuravano su quella lista. Dunque il «porto d’imbarco dovrà ora verificare la corrispondenza delle liste» anche perché, durante il tragitto, il traghetto aveva effettuato uno scalo nel corso del quale alcuni passeggeri potrebbero essere scesi. Anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha confermato: «Continueremo a scandagliare il mare per verificare se ci fossero ancora dispersi». Sull’imbarcazione, alla deriva per molte ore, c’è stato più di un momento di panico e i soccorritori hanno dovuto fare i conti con il parapiglia dei naufraghi che si accalcavano cercando di essere soccorsi per primi. I militari portavano prima i bambini, le donne e gli anziani al livello dove potevano salire sull’elicottero – hanno raccontato alcuni superstiti – ma c’erano almeno una cinquantina di uomini che li picchiavano e li buttavano fuori per prendere il loro posto.
Indagati il comandante della nave e l’armatore
E mentre tre procure, Bari, Brindisi e Lecce indagano su quanto avvenuto, la nave Norman Atlantic è stata posta sotto sequestro. La procura di Bari, che ha ascoltato i primi testimoni, ha iscritto nel registro degli indagati il comandante, Argilio Giacomazzi, e l’armatore della nave, Carlo Visentini, ipotizzando i reati di naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Visentini si è da subito dichiarato a disposizione delle autorità, mentre Giacomazzi, come ha sottolineato l’ammiraglio De Giorgi «ha svolto con grandissima dignità e competenza il suo lavoro». La dinamica dei fatti, soprattutto le cause e le modalità di propagazione dell’incendio, saranno accertate con approfondimenti tecnici sulla nave che è stata posta sotto sequestro dalla magistratura barese anche se il provvedimento è stato eseguito per rogatoria dalle autorità giudiziarie albanesi. Al centro degli accertamenti, ci sarà l’individuazione della causa dell’incendio, le modalità della gestione dell’emergenza a bordo, e, soprattutto la regolarità e adeguatezza delle dotazioni di sicurezza della nave. Problemi al riguardo, e in particolare sulla efficienza delle porte tagliafuoco, erano stati segnalati dall’organizzazione internazionale Paris Mou che aveva ispezionato la nave dieci giorni fa a Patrasso, in Grecia.