I brand italiani a Renzi: «Se aumenta l’Iva, 150mila posti di lavoro in meno»
Un nuovo aumento delle aliquote Iva? Avrebbe effetti disastrosi sull’economica italiana: una contrazione addizionale del Pil dello 0,8%; un ulteriore calo dei consumi dell’1,8%; lo scatto dell’inflazione oltre il 2%; la perdita di oltre 150mila posti di lavoro. È l’Ufficio studi di Centromarca, l’associazione italiana dell’industria di marca, a mettere in guarda sugli effetti nefasti di una eventuale applicazione della “clausola di salvaguardia” contenute nella legge di Stabilità.
Effetti drammatici sui consumi
Gli aumenti scatteranno automaticamente nel caso in cui non dovessero essere raggiunti precisi obiettivi di bilancio e di spending review e saranno progressivi a partire dal 2016 per arrivare a regime nel 2018. Le eventuali nuove aliquote Iva dovranno essere pari al al 4%, al 13% (agevolata) e 25,5% (ordinaria) per garantire – secondo i calcoli del governo – un gettito aggiuntivo di 21,4 milioni di euro. Ma Centromarca avverte che lo scenario più probabile è assai distante da quello ipotizzato dall’esecutivo. «Se applicata concretamente – ha spiegato il presidente dell’associazione, Luigi Bordoni – la clausola di salvaguardia contenuta nella legge di Stabilità avrebbe effetti drammatici sul comparto dei beni di consumo».
Si rischia la paralisi degli investimenti
Bordoni, quindi, ha sollecitato da parte del governo «interventi di razionalizzazione e revisione della spesa pubblica» per scongiurare l’ipotesi della clausola di salvaguardia e ha chiesto per il mondo delle imprese «indicazioni chiare sulle linee d’intervento che saranno adottate dall’esecutivo». «Se mancano diventa arduo sviluppare piani strategici, anche di breve periodo. Il rischio – ha concluso il presidente di Centromarca – è la paralisi degli investimenti, con forte pregiudizio per l’economia, la competitività delle imprese e l’occupazione».