I dissidenti cubani non credono ai Castro: «Diteci i nomi di chi libererete»
Mercoledì 17 dicembre sarà ricordata come una giornata storica nei libri di storia dopo l’apertura dei rapporti fra Usa e Cuba. Un giorno in cui, quasi a suggellare il disgelo, il presidente Barack Obama è stato sorpreso con un sigaro cubano alla Casa Bianca. E lo ha pure annusato. È successo durante la celebrazione ebrea di Hanukkah. Uno degli ospiti si è presentato con uno dei migliori sigari cubani, Montecristo, e lo ha donato al presidente che lo ha annusato, il tutto ripreso in un video da un altro ospite. «Molto buono», ha commentato il capo della Casa Bianca.
Il republican Marco Rubio all’attacco
Ma non tutti credono alla volontà di Cuba, e neanche di Obama, di fare la pace improvvisamente: «La svolta annunciata da Obama si basa su un’illusione, una bugia, quella che più commercio e più accesso al denaro e a beni di consumo si tradurrà in più libertà per i cubani», attacca il senatore di origini cubane Marco Rubio (anche lui nel totocandidati alla Casa Bianca), per il quale le aperture di Obama «daranno al regime dei Castro, che controlla ogni aspetto della vita dei cubani, l’opportunità di manipolare questi cambiamenti perpetuando il suo potere». Anche altri la pensano così: «Siamo in attesa di conoscere i nomi dei prigionieri», il cui rilascio è stato preannunciato dall’Avana mercoledì nell’ambito della svolta dei rapporti con Cuba, sottolinea infatti Elizardo Sanchez, responsabile della Commissione cubana per i Diritti umani e la Riconciliazione nazionale. «Abbiamo raccolto più di cento nomi di prigionieri per ragioni politiche, ma non abbiamo la minima idea su chi potrà beneficiare» dell’accordo, ha detto a 14 y medio, il sito web della blogger Yoani Sanchez.
Rivelato il nome della super-spia Usa
Però si è appreso che Rolando Sarraff Trujillo è il nome misterioso agente doppio al soldo degli Usa scambiato insieme ad Alan Gross con i tre agenti cubani nella svolta dei rapporti tra Washington e L’Avana. Sarraff Trujillo, precisano i media, era un agente che criptava messaggi per conto dell’intelligence di Cuba agganciato segretamente dalla Cia e rimasto al servizio degli Usa fino a metà degli anni ’90, quando fu arrestato. Dopo aver annunciato la liberazione incrociata di detenuti, l’amministrazione Usa e L’Avana avevano reso noto l’identità di tutte le persone rilasciate salvo la sua. La Casa Bianca si era limitata a parlarne come di un uomo dei servizi cubani passato dalla parte di Washington e che era stato in carcere in patria per una ventina d’anni. Fonti americane hanno d’altro lato affermato che l’agente avrebbe avuto un ruolo-chiave nell’identificazione di diverse spie cubane negli Usa nel corso degli anni.