Siamo inventori della dieta mediterranea, ma a scuola trovi gulash
Fish and chips, wiener schnitzel, gulash e paella a mensa: non è esattamente la dieta ideale per bambini dai 3 ai 10 anni – gli alunni che vanno dalla materna alle elementari – eppure da lunedì nelle scuole sono approdati questi piatti che stano facendo venire i capelli dritti a pediatri e genitori. Sono i menu europei, bellezza! Il progetto ben poco geniale proviene dall’assessorato capitolino alla Scuola che da qui a giugno sperimenterà sui bambini i piatti della tradizione del Vecchio continente. L’assessore Alessandra Cattoi in una lettera ai genitori spiega che la bella pensata è venuta ad hoc in occasione del semestre di presidenza italiana nell’Ue. Domanda: assessore, l’Europa chi chiede anche di far venire il mal di fegato ai nostri figli? Proprio noi, i detentori del copyright della dieta mediterranea, della tradizione gastronomica che tutti ci invidiano (e imitano) preferiamo imbandire ai bambini cibi fritti, speziati e cipolla? Quanto a educazione alimentare proprio non ci siamo.
I genitori e i pediatri protestano
«Può essere utile per acquisire una maggiore consapevolezza dell’appartenza dell’Italia alla Ue, un approccio allegro e coinvolgente alle culture degli altri popoli», si difende l’assessore, assalita dalle proteste dei genitori che lasciano i bambini nelle mense sicuri di un menù sano o almeno non invasivo. Mamme e papà non si lasciano abbindolare da pretestuosi scambi culturali e guardano alla realtà, basiti per un progetto che giudicano futile, a fronte della situazione dei servizi scolastici comunali: non ci sono fondi per dotare le scuole di fotocopiatrici e materiale didattico vario, di carta igienica e sapone liquido e poi si investe sulla paella valenciana?
La mania dei menù etnici delle giunte rosse
Sarebbe il caso di invertire l’ordine dei fattori, vista la giovane età dei bambini: insegnare il valore della cucina italiana – che è tradizione e cultura – e poi introdurre concetti un po’ più complicati come la multiculturalità culinaria. Si rischia si essere razzisti e xenofobi? Dovrà essere una specie di monomania di sinistra, perché proteste simili a Roma si scatenarono già con l’introduzione dei menu etnici ai tempi della giunta Veltroni: nessuno mangiava quei piatti “ideologici” perché troppo speziati. Le maestre lamentavano lo spreco assoluto di questi cibi, gettati nei cassonetti fuori scuola. Ma non si può -ieri come oggi- rischiar l’indigestione o l’intossicazione alimentare perché lo richiede il politicamente corretto…
ormai l’italia e’allafrutta copiamo solo roba sbagliata .