Istanbul vista da Cardini: invito al viaggio nella città per eccellenza
Ci sono luoghi dell’anima che lasciano tracce nei secoli, luoghi “in cui la geografia provoca la storia”. Franco Cardini ha scritto tanti libri e ha scritto pagine importanti anche su alcuni di questi luoghi, Gerusalemme d’oro e di luce, il Castel del Monte di Federico II e ora un libro dedicato a Istanbul, “cioè per i romantici Costantinopoli, per i dotti e i potenti la Nuova Roma, per l’antica leggenda ottomana il Rosso Pomo da cogliere. E, ancora e sempre, Bisanzio” (Istanbul seduttrice, conquistatrice, sovrana, Il Mulino, pp. 316, euro 16). Città cui sono state dedicate intere biblioteche ma che “continua sfuggirci”, con le sue fontane “incantate”, le sue strade “lerce e strette”, e gli alberi “superbi”. Scenario ideale di fiabe e di romanzi, città incomprensibile e senza comprendere la quale, tuttavia, non si comprende la storia.
Come trovare la vera Istanbul
Un libro di storia e un invito al viaggio: «Certo, questa è la mia Istanbul – avverte Cardini – non pretendo che diventi anche la “vostra”: mi basterebbe che quanto qui leggete vi aiutasse a trovarla». E per farcela trovare si va di affresco in affresco, dalla storia antica a quella bizantina tra Costantino I che la fondò a Costantino XI che la perdè. Ma sempre città destinata a un grande futuro. Nelle sue Memorie Giacomo Casanova ricorda: «Costantino il Grande, arrivando a Costantinopoli dal mare e sedotto dalla vista di Bisanzio, esclamò: “Ecco la sede dell’impero del mondo” e per esser certo che la sua profezia si avverasse lasciò Roma e vi si stabilì».
Da Costantino a Solimano il Magnifico
«”Città delle città” è forse il suo epiteto più appropriato: come Urbs per Roma o Stalìza per Mosca, la città cardine, la città per eccellenza. Del resto le Tre Rome vanno spesso assieme…”, scrive Franco Cardini. E il suo viaggio arriva poi fino a Solimano il Magnifico per giungere a Mustafa Kemal Ataturk seguendo il cammino verso l’europeizzazione e l’occidentalizzazione della Turchia, ma con un’avvertenza: Ataturk si situa “a conclusione di una fase, oltre che all’inizio di un’altra, il suo modello civile non è spuntato affatto come una rosa nel deserto, ma semmai come un fiore di giardino o di serra per molti decenni coltivato e curato”. Un viaggio nella storia, un viaggio tra i labirinti e gli enigmi della città per coglierne il segreto nelle parole di Orhan Pamuk: “In realtà ogni frase sulle caratteristiche generali di una città, sulla sua anima e sulla sua essenza, si trasforma in un discorso sulla nostra vita e soprattutto sul nostro stato d’animo. La città non ha altro centro che noi stessi”.