Legge elettorale, adesso Alfano ha fretta. Perché ha paura
Sulla legge elettorale Ncd è «per evitare rallentamenti e toglierci questo pensiero abbastanza rapidamente». E bravo Angelino Alfano. Ma si: togliamoci questo dente cariato. E che non se ne parli più. Il leader di se stesso e di quel che resta del grande sogno centrista non ha dubbi. La butta lì. Ma in realtà più che una richiesta è una preghiera. Quasi un’implorazione: non vede l’ora che la questione abbia fine. Magari, sarà forse stato il suo retropensiero, lasciando in auge il Consultellum che è proporzionale puro. O anche approvando l’Italicum, ma con uno sbarramento basso. Molto basso, per carità. Non più del tre, ma meglio del due. Che col quattro per cento il rientro alla Camera per lui e i suoi adepti è difficile assai. Praticamente impossibile.
L’implorazione è rivolta al suo nuovo capo
L’ex berlusconiano pentito ne ha voluto parlare a margine del pre-vertice del Ppe a Bruxelles. «Non si può dire a tutto il paese di parlare per anni della legge elettorale. Questa legge – ha aggiunto – è già stata valutata dai partiti di maggioranza, la deve valutare il Parlamento, fa parte di un accordo che riguarda importanti segmenti dell’opposizione, e mi riferisco a Forza Italia, quindi chiudiamo la partita al più presto possibile». Ecco. Il facciamo presto è rivolto al caro Matteo, al suo nuovo capo di stanza a Palazzo Chigi. Facciamo presto, ma tutelaci sembra implorarlo, Angelino. Che non faccia scherzi con quel vendicativo del Cavaliere, Renzi. Non foss’altro per avergli garantito, con un pattuglia di transfughi, di potersi sedere sullo scanno di colui che ne determinò la improvvisa e repentina carriera politica. Amen