L’ira della Meloni: «Sui marò la strategia del nulla, Renzi fa l’eunuco»
Giorgia Meloni l’ha chiamata «la strategia del nulla»: quell’insieme di errori, incompetenze, incertezze che anche questo governo ha dimostrato nell’affrontare il caso dei due marò. Una inconsistenza che la presidente di Fratelli d’Italia ha messo in luce con un editoriale su Il Tempo di oggi e che ha poi trovato conferma anche nel corso dell’audizione dei ministri degli Esteri, Paolo Gentiloni, e della Difesa, Roberta Pinotti, nel corso dell’audizione di oggi davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato.
Un giorno nero per l’Italia
«Un giorno nero per l’Italia», ha scritto Meloni, commentando la decisione della Corte suprema indiana di respingere sia la richiesta di Massimiliano Latorre di poter prorogare le cure in Italia, sia quella di Salvatore Girone di passare il Natale in Italia. «Questa è la prova di quali siano i termini del famoso “dialogo costruttivo e rispettoso” con l’India perseguito dai governi Monti, Letta e Renzi: farsi deridere da Nuova Delhi mentre l’Ue, la Nato e l’Onu fanno finta di niente», ha scritto la presidente di FdI, ricordando che Renzi guida il semestre di presidenza europea e la Mogherini ricopre il ruolo di “ministro degli esteri” dell’Ue.
La via internazionale
Ma Meloni non si è limitata alle critiche. Ha indicato, invece, la strada da seguire: «L’Italia avrebbe dovuto coinvolgere subito le organizzazioni internazionali di cui fa parte e pretendere da loro una posizione netta». FdI l’aveva chiesto da subito, ma «l’Italia non ha neppure avviato il processo di internazionalizzazione del caso» e i nostri governi si sono limitati a distribuire «soldi e mazzette (il risarcimento alle famiglie dei pescatori e i milioni pagati agli avvocati indiani)».
«Renzi non faccia l’eunuco»
Quindi, l’invito rivolto al presidente del Consiglio: «Renzi chieda la convocazione del Consiglio della Nato e dica che se i due marò non torneranno subito a casa l’Italia ritirerà tutti i suoi contingenti dalle missioni internazionali». «E se non avrà il coraggio di farlo, si proponga al posto di Latorre e Girone, perché non abbiamo bisogno dell’ennesimo presidente del Consiglio eunuco, come lo sono stati Monti e Letta. Il momento dei “toni bassi” – ha concluso Meloni – è finito. I marò devono tornare a casa: in gioco non c’è solo la loro vita ma la dignità dell’Italia intera».