Mafia Capitale, spunta il nome di uno “spallone” vicino alla Melandri

11 Dic 2014 11:36 - di

Lo “spallone” che riciclava denaro sporco rischia di imbarazzare l’ex ministro della Cultura e attuale direttore del Maxxi Giovanna Melandri. Stefano Bravo indagato per riciclaggio è, per i pm romani, uno dei commercialisti che trasferiva soldi all’estero per conto dell’organizzazione  guidata da Massimo Carminati e Salvatore Buzzi. Ma non solo. Dalle carte emerge, come si legge sul Corriere della Sera nell’articolo Lo spallone che riciclava i soldi creò la fondazione di Melandriche Bravo è anche uno dei soci fondatori di Human Foundation, la fondazione che fa capo all’ex ministro, tra i big del Pd a Roma.

Ma chi è Stefano Bravo?

Per i magistrati è l’uomo-chiave che portava i soldi dell’organizzazione in Svizzera e ha avuto anche contatti con Luca Odevaine, (arrestato ed ex vice capo di gabinetto di Veltroni quando quest’ultimo era sindaco di Roma e membro della commissione del Viminale che si occupa di immigrazione). Bravo è uno dei 76 indagati  dell’inchiesta Mondo di mezzo condotta dal Ros dei Carabinieri  e dal Nucleo tributario della Guardia di Finanza. Una vicenda ingarbugliata che mostra chiaramente come il sistema messo su dalla cupola romana si fosse infiltrato nell’area dei professionisti che ruotano attorno al Pd. Come scrive il quotidiano milanese mercoledì improvvisamente la foto di Bravo e il suo curriculum sono stati rimossi dal sito internet ufficiale della fondazione Human Foundation. Di certo per la Human Foundation, nata «per indirizzare risorse private verso imprese sociali e creative. Per innovare con la finanza sociale. Per connettere l’Italia con fondazioni filantropiche internazionali e promuovere lo sviluppo umano», il coinvolgimento di Bravo per l’immagine è un brutto colpo.

La Melandri al Corriere

La Melandri, interrogata dal Corriere, ha subito chiarito: «È il mio commercialista da quindici anni. Sono addolorata ma anche furiosa per quanto sta accadendo. L’8 dicembre gli abbiamo inviato una lettera per chiedergli di lascaire ogni incarico, sia pur nella speranza che possa chiarire la propria posizione. Gli abbiamo scritto che la nostra principale preoccupazione è il danno per la Fondazione che nasce dal presupposto della totale trasparenza e innovazione nelle politiche sociali». La Melandri nega invece che abbia svolto attività per il Maxxi.

L’assoluzione in Appello

Dopo un lungo iter giudiziario, nel 2018, Stefano Bravi è stato assolto in secondo grado dalla Corte d’Appello di Roma per non aver commesso il fatto, ribaltando la sentenza di condanna per corruzione inflittagli in primo grado. Precedentemente, nel 2017, era stato archiviato dal Gip di Roma per l’accusa di riciclaggio.

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