Niente giustizia per il bimbo soffocato a Ikea: il ministero che dice?
La clamorosa protesta di ieri dei genitori del piccolo Francesco, il bimbo di 3 anni morto lo scorso 17 marzo dopo essere rimasto soffocato da un hot-dog mentre era con la mamma nel ristorante Ikea del Centro commerciale Porte di Roma, ha riaperto una questione delicata sulla quale il ministero della Sanità avrebbe il dovere di esprimersi. Il sit-in di ieri mattina davanti alla Procura della Capitale, contro la decisione del gip di archiviare l’inchiesta arrivata tre settimane fa, è l’espressione della rabbia di tante famiglie che chiedono “giustizia per il piccolo Francesco” e provvedimenti più severi contro la mancanza di assistenza nei luoghi pubblici sui casi di soffocamento dei bambini. «Nessun dipendente Ikea ha effettuato manovre di soccorso. Menzogna», è scritto su un cartello che contesta quanto invece sostenuto dal gip nell’ordinanza con cui ha archiviato l’indagine.
«Chiediamo vere e giuste indagini», hanno chiesto papà Lorenzo e mamma Alessia, poi ricevuti in Procura.
Boom di richieste sulle manovre di disostruzione alla Cri
La vicenda aveva fra l’altro provocato un boom di richieste alla Croce Rossa Italiana per avere informazioni o seguire corsi sulle manovre che permettono di salvare i bambini in caso di soffocamento da cibo o oggetti. Centinaia le mail che sono arrivate in tal senso ai tanti comitati della Cri. Genitori, nonni, maestri gli interessati. Un’impennata di richieste giunta propri dopo il caso del piccolo Francesco morto a Roma dopo essere rimasto soffocato mentre mangiava al ristorante dell’Ikea, tanto che nella Capitale, in particolare, il Comitato Provinciale di Roma della Croce Rossa italiana ha dovuto raddoppiare il numero dei corsi.
Quella del piccolo Francesco non è l’unica vicenda di questo tipo accaduta a Ikea. Giulio, un bimbo molisano di 9 anni, è mortoa settembre del 2013 per una polpetta di Ikea che gli era andata di traverso. E anche in quel caso i magistrati di Bari avevano chiesto l’archiviazione provocando le proteste dei genitori della piccola vittima, Marco e Nicoletta.
Il 20 agosto del 2013 i due coniugi, insieme al figlio Francesco, erano in vacanza in Puglia con il loro camper, quando decisero di fermarsi a pranzare al ristorante dell’Ikea alle porte di Bari.
Qui la tragedia. Il bimbo inghiottì una polpetta di carne, senza masticarla, e ne rimase soffocato. La polpetta, hanno accertato subito dopo i sanitari, ostruì la porzione cervicale dell’esofago e
della trachea, impedendo per lunghi minuti il regolare svolgimento della funzione respiratoria.
Il decalogo degli esperti per proteggere i bimbi
I genitori tentarono di aiutare il figlio, senza riuscirvi, e chiamarono il 118. All’arrivo dell’ambulanza il piccolo era ormai senza ossigeno da qualche minuto. Anche le manovre praticate dai sanitari del 118 non riuscirono a liberare le vie respiratorie. Il bimbo morì il 9 settembre 2013 nell’ospedale pediatrico barese Giovanni XXIII, distante circa un chilometro dal centro commerciale, dove fu ricoverato – a giudizio dei due genitori – non «tempestivamente». Due gli indagati per omicidio colposo: il medico del 118 che il 20 agosto aveva soccorso il piccolo e il responsabile sicurezza dell’Ikea.
Sono circa 50 i bambini che ogni anno muoiono in Italia per soffocamento da cibo o da oggetti, un dato impressionante che una maggior conoscenza delle manovre di disostruzione dovrebbe far scendere.
Gli esperti hanno stilato un vero e proprio decalogo per evitare che accadano casi come quoti: i bambini sotto i 4 anni non dovrebbero mai mangiare da soli, i genitori dovrebbero avere una sorveglianza attiva. E poi mentre mangiano i bambini non dovrebbero mai giocare, né guardare la tv, né, tantomeno, stare sdraiati. Va evitato anche che ridano e si distraggano così da ingoiare malamente. Fino a 4 anni la masticazione non è controllata e vanno anche evitati alcuni cibi, soprattutto quelli lisci. Primi fra tutti il wurstel ma anche, ad esempio, il pomodorino pachino, l’uva. le caramelle dure e quelle gommose, i pop corn, i confetti. Anche giocattoli possono rappresentare un grave pericolo, quelli non a norma e, in particolare, i pallonncini sgonfi, vanno assolutamente tenuti lontani dai bimbi.