No Tav, un’altra sentenza choc a favore. E il movimento si spacca

29 Dic 2014 16:23 - di Paolo Lami

Arriva l’ennesima ordinanza choc sui No Tav. Il Tribunale del Riesame di Torino ha annullato l’accusa di terrorismo mossa dalla Procura di Torino contro tre anarchici simpatizzanti no Tav. L’ordinanza a favore dei tre che sono in carcere per l’attacco del 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte, è stata depositata oggi e subito ha innescato le polemiche.
Il procedimento riguarda Lucio Alberti, Graziano Mazzarelli e Francesco Sala, che ai primi di dicembre, mentre erano già in carcere, erano stati raggiunti da un’ordinanza di custodia in cui veniva contestata anche l’ipotesi di terrorismo. Lo scorso 17 dicembre altri quattro anarchici, Claudio Alberto, Niccolò Blasi, Mattia ZanottiChiara Zenobi, in carcere dal 9 dicembre 2014 e soggetti a un particolare regime di sicurezza, processati per il medesimo episodio, erano stati assolti dall’accusa di terrorismo e condannati a tre anni e mezzo di reclusione per altri reati.

Il precedente a favore di quattro anarchici

Anche in quel caso si parlava dell’attacco del 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte dove erano state lanciate alcune molotov. In due ore di camera di consiglio, una rapidità inattesa, la Corte d’Assise di Torino aveva cancellato il reato di terrorismo sostenuto dalla Procura assolvendo quattro anarchici dall’accusa di avere preso parte a un «atto di terrorismo con ordigni esplosivi» perché «il fatto non sussiste» condannando poi gli imputati a tre anni e mezzo – un terzo dei nove anni e mezzo chiesti dalla Procura – per reati minori: porto di armi da guerra (le bottiglie incendiarie), il danneggiamento seguito da incendio (un compressore andato a fuoco), la resistenza a pubblico ufficiale.
I giudici della Corte d’Assise di Torino avevano anche rigettato la richiesta di risarcimento avanzata dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e dal sindacato di polizia che si erano costituiti parte civile. Quell’accusa di terrorismo, secondo gli attivisti, era soltanto un tentativo di stroncare politicamente il movimento valsusino con un’accusa e un processo spropositati. Nicoletta Dosio, storica pasionaria No Tav, si spinse, quel giorno a descrivere la sentenza come uno «schiaffo ai pm che usano la giustizia come grimaldello per difendere i poteri forti». «Abbiamo battuto la Procura e i suoi castelli in aria», gongolava il leader Alberto Perino.

No Tav contro anarchici: deliri individuali

Ma è chiaro a tutti, oramai, che qualcosa si è rotto. E che non sarà sempre facile, per i No Tav violenti, trovare sulla propria strada una Corte d’Assise come quella di Torino.
Prima o poi qualcuno farà i font con una condanna per terrorismo, vista la deriva presa dalla lotta No Tav.
Non è un caso che oggi arrivi una netta presa di posizione contro i «deliri individuali» degli «alfieri dell’anarco-nichilismo» dal movimento No Tav della Valle di Susa: il riferimento è all’articolo, comparso il 23 dicembre su uno dei più frequentati siti internet di area anarchica, nel quale si applaudiva all’attentato alla stazione di Bologna dello stesso giorno. Notav.info interviene per criticare questi «nemici del mondo tutto» e «millantatori delle miccette» che sono «sempre in cattedra per criticare tutti» e disprezzano i movimenti.
A loro «interessa solo mantenere accesa la fiammella sempre più tenue del prossimo gesto individuale che saprà guadagnarsi qualche prima pagina dei tanto disprezzati giornali. Fino a qualche annetto fa usavano i loro petardoni postali, ora usano qualche straccetto imbevuto di benzina inneggiando alla rabbia generale».
«Il sabotaggio – scrive l’articolista del sito Notav.info – è una pratica seria che non può aspettare i fan di due cavi bruciati, se no a questo punto avremmo già la Torino-Lione funzionante e a pieno regime».
L’anonimo estensore dell’articolo del 23 dicembre si era augurato che le azioni contro il Tav uscissero dai confini della Valle di Susa e aveva criticato il movimento per le modalità con cui conduce le proprie campagne. Un botta e risposta che segna una frattura vistosa nel movimento.

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