Quarant’anni fa il primo pc entrò nelle case. Non ne sarebbe più uscito…
Il 19 dicembre 1974 accadeva in America una cosa della quale non avremmo mai potuto immaginare le proporzioni, Noi no, ma qualcun altro aveva previsto tutto. Accadde che fu messo in vendita il primo personal computer, l’Altair 8800, al prezzo di poche centinaia di dollari. Da quel momento il computer non fu più accessibile soltanto alle grandi aziende, ma entrò nella vita di ognuno di noi. Probabilmente fu una rivoluzione più esplosiva di quella della tv. Il computer era prodotto dalla Micro Instrumentation and Telemetry Systems, azienda con sede ad Albuquerque, in New Mexico, ed era una versione assemblata. Il proprietario della ditta era Ed Roberts, che morì dieci anni dopo, e la leggenda racconta che fece scegliere il nome del computer a sua figlia, la quale si ispirò a una puntata di Star Trek che aveva visto di recente e nella quale si parlava di quella stella della costellazione dell’Aquila. Aveva 256 byte di Ram. Tali Bill Gates e Paul Allen scrissero poi un linguaggio di programmazione da far funzionare nell’Altair, che si chiamò AltairBasic. Roberts era un omone che inseguì sempre il sogno di realizzare un cmputer che non fosse enorme e che costasse poco. Si era appassionato all’elettronica in Aviazione e negli anni Sessanta vendeva kit per costruire razzi amatoriali.
Dai razzi amatoriali ai microcomputer
Poi passò a costruire calcolatrici, e fondò la sua società. Ma negli anni Settanta le cose cominciarono a andare peggio, perché giganti come la Texas Instruments e altre cominciarono ad aggredire industrialmente il mercato, e per i piccoli imprenditori era sempre più difficile. Così Roberts si rivolse al settore nascente dei computer in miniatura, che nessuno aveva ancora realizzato. Comprò a prezzo di favore dei chip dalla Intel, per costruirci intorno il computer che aveva immaginato. Il modello base dell’Altair, sul quale Roberts lavorò per tutto il 1974, era una scatola di metallo con molti led luminosi ma nessuno schermo o tastiera. Ovviamente i dati non potevano essere salvati da nessuna parte, perché non c’era il disco fisso… Insomma, un prodotto di nicchia per maniaci che tra l’altro avrebbero dovuto parlare all’Altair nel complicato linguaggio dei computer di allora. La Intel, da parte sua, aveva detto chiaramente che non era possibile programmare l’Altair in basic. Roberts in seguito dirà: «Avevamo programmato di venderne al massimo 200». Il resto è storia nota: due ragazzi di Seattle si presero la briga di smentire gli ingegneri dell’Intel. Con i risultati sconvolgenti che tutti conosciamo. Già alla fine del decennio il computer era enormemente cambiato, e gli anni Ottanta e Novanta non si fece che ridurre i costi, le dimensioni e aumentare le prestazioni. Oggi siamo alla magia pura.
L’Italia? Il solito “fanalino di coda”…
Eppure c’è una notizia sconfortante su questo settore, e naturalmente riguarda l’Italia: secondo Eurostat e Istat ben 22 milioni di italiani non hanno mai utilizzato Internet, e tra questi ci sono anche “nativi” digitali. Il cellulare è sempre il mezzo tecnologico più amato, tanto da essere presente nel 94% delle famiglie. I rapporti hanno confermato un ritardo del nostro Paese nel numero di persone connesse alla Rete, ben sotto la media europea, o comunque comunitaria. Anche se nel 2014 è aumentata la quota di famiglie con accesso al web da casa (dal 60,7% al 64%), ci sono ancora 21 milioni e 994 mila persone che non navigano (il 38,3% della popolazione residente). Sono i più anziani o chi è in uscita dal lavoro, certo, ma il 50% della fascia d’età 6-10 anni (1 milione 518 mila) non usa la Rete. Sempre secondo l’Istat, l’Italia resta in coda tra i Paesi europei, seguita solo da Bulgaria e Romania. C’è anche il solito divario territoriale: le famiglie del Centro-nord con pc e accesso al web da casa sono il 66% e il 66,6%, contro il 57,3% e il 58,3% delle famiglie del Sud. E sono ancora forti le differenze di genere e di generazione: a quanto pare, usa il pc il 59,3% degli uomini contro il 50,2% delle donne; naviga sul web il 62,3% degli uomini e il 52,7% delle donne. I maggiori utilizzatori di pc e Internet restano i 15-24enni (rispettivamente, oltre l’83% e oltre l’89%)”. Che dobbiamo augurarci, che l’Italia intensifichi l’utilizzo di internet, così potrà comprare di più e meglio? Già, l’e-commerce è importante. Altrimenti potremmo restare “indietro”….