Rosy Bindi “fa sbiancare” Marino: la tua giunta è coinvolta nello scandalo

18 Dic 2014 9:51 - di Romana Fabiani

Chi è senza peccato scagli la prima pietra. A smentire l’immacolata moralità della giunta Marino  nell’affaire Mafia Capitale non è un avversario fazioso ma il presidente della Commissione Antifamia, Rosy Bindi, che chiede lumi sul ruolo di Salvatore Buzzi (il ras delle cooperative rosse finito in carcere) e sui mancati controlli della gestione dei campi rom.

La doccia fredda

«È innegabile che la mafia ha avuto rapporti politici anche con la sua giunta», attacca la presidente dell’Antimafia, di fronte alla balbettante autodifesa del sindaco. Durante l’ audizione in commissione Marino, sempre più azzoppato, è tornato a giocare la carta della trasparenza e dell’innocenza del centrosinistra, smentita clamorosamente dalle indagini. «Abbiamo portato molti documenti che indicano con chiarezza che il malaffare, la presenza di infiltrazioni mafiose in Campidoglio si sono fermate al giugno 2013».

I rapporti con i clan

Niente di più falso, ribatte la Bindi, anche la giunta Marino ha avuto rapporti con i clan. «Nessuno della mia amministrazione è indagato per associazione mafiosa», replica il sindaco imbarazzato sorvolando sulla posizione del suo assessore Daniele Ozzimo e del  presidente dell’Assemblea capitolina, Andrea Catarci. Nuova doccia fredda della Bindi: «Ma chi è indagato per corruzione in un’indagine per mafia è comunque un interlocutore e forse il terminale o l’arma impropria che viene utilizzata».

Il ruolo di Buzzi

Il pressing si fa incalzante. «Lei esclude che Buzzi abbia finanziato la sua campagna elettorale?». «Assolutamente no – è costretto ad ammettere il primo cittadino – io non lo ho escluso e anzi lo affermo: Buzzi, come altre persone ha finanziato la campagna elettorale con le cooperative e quei soldi sono regolarmente denunciati alla Corte dei conti»

Il giallo dei campi rom

E ancora sul fronte minato dei campi rom, sterminate praterie sulle quali hanno pascolato per anni le cooperative rosse lucrando sull’emergenza con un impressionante giro di affari illeciti. «Sul controllo che spettava all’amministrazione sul funzionamento dei campi di immigrazione ci sa dire qualcosa?» incalza Bindi. «La questione di rom sinti e caminanti non riguarda solo la nostra Capitale – replica Marino a corto di argomenti – e non è di facile soluzione…».

L’omesso controllo

«Il guadagno che veniva fuori dalle cooperative – non molla la Bindi –  e che poi finiva in tangenti, questo denaro pubblico in gran parte è sotto il controllo dell’amministrazione comunale. La domanda è semplice: chi doveva controllare? Perché questo settore è sfuggito in maniera così macroscopica?». E Marino: «Posso solo spiegare con le mie parole quello che ho fatto e quale è la mia visione…». Epilogo:«Alla domanda “perché non avevate controllato le cooperative di Buzzi” non mi ha risposto».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *