Sciopero generale, venerdì con disagi e scontri. Cariche a Milano e Torino
Scontri tra polizia e ultrà. Cinquantaquattro cortei hanno paralizzato le città. Da Milano a Palermo è dovunque un venerdì nero. I sindacati Cgil e Uil sfidando il governo sono scesi in piazza per dire no al Jobs Act e lanciare il messaggio che le scelte fatte sul lavoro e sull’occupazione vanno cambiate.
Scontri a Torino e Milano
È stata una giornata caratterizzata da scontri tra polizia e autonomi a Torino. Gli ultrà, che si erano staccati dal corteo di Cgil e Uil, hanno tentato di proseguire lungo il corso Matteotti forzando il blocco delle forze dell’ordine, che hanno risposto con una carica di alleggerimento. Alcuni manifestanti sono stati poi fermati. Poi c’è stato un lancio di uova e sampietrini contro alcuni funzionari della polizia. Tensione a Milano tra polizia e manifestanti. Ci sono state cariche della polizia dopo il lancio di oggetti contro le forze dell’ordine davanti al palazzo della Regione. Sono undici i contusi tra le forze dell’ordine: sei contusi sono agenti del reparto mobile e cinque carabinieri del battaglione.
Le altre città
Tensione anche al porto di Genova dove i manifestanti hanno dato fuoco ad alcuni pneumatici. A Bologna ci sono stati quattro cortei. Nel capoluogo emiliano si erano già messi in moto nella notte gli studenti di Link Bologna: un Babbo Natale con il volto di Matteo Renzi ha distribuito «pacchi regalo» a studenti e precari che affollano la zona universitaria. I pacchi sono stati poi depositati sotto il grande albero di Natale in piazza Nettuno. A Roma il corteo “selvaggio” degli studenti, precari e ultrà ha sfilato per il centro seguito a vista da un massiccio schieramento di polizia e carabinieri. I militanti dei movimenti per l’abitare hanno poi occupato uno stabile, nei pressi del Policlinico Umberto I. L’azione è stata fatta a poche centinaia di metri dal punto in cui si è sciolto il corteo. I militanti hanno srotolato dalle finestre dell’edificio di via Andrea Cisalpino alcuni striscioni. Tra questi “Il mondo di sopra si leva di mezzo”. Alcune decine di manifestanti, che hanno preso parte al corteo, hanno raggiunto l’ingresso dell’edificio e hanno acceso fumogeni esponendo uno striscione con su scritto “Milano resiste, Roma insiste”. Tre manifestazioni in Toscana: a Firenze, Siena e Pisa. Un centinaio di auto con bandiere dei sindacati Cgil e Uil diretti alla manifestazione di Pisa, hanno rallentato il traffico sulla A12 da Viareggio con blocchi al casello di Pisa. A Perugia stop totale della produzione anche alla Perugina. Ad Ancona circa 200 esponenti dei centri sociali e dei movimenti antagonisti delle Marche si sono staccati dal corteo dei sindacati e hanno dato vita a un presidio impedendo la circolazione delle auto e dei tir.
L’adesione allo sciopero
I sindacati hanno parlato di un’adesione allo sciopero del 70 % e di piazze molto affollate. «Fermiamo l’Italia per farla ripartire nella direzione giusta», ha detto il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo. E Susanna Camusso: «L’emergenza che ha questo Paese si chiama lavoro, bisogna fare politiche perché il lavoro ci sia. Il lavoro, non può essere qualunque lavoro senza diritti e senza professionalità. Il messaggio per cambiare il Paese è proprio quello di un Paese che investe sul lavoro e sulla sua qualità». Sullo sciopero è sceso in campo anche Giorgio Napolitano: «È bene che ci sia rispetto reciproco» tra le prerogative di governo e sindacati e che «non si vada ad una esasperazione come quella di cui oggi abbiamo il segno. Non fa bene al Paese».