Semestre Ue, Renzi bocciato da Corriere e Stampa: ecco perché
L’affondo di Corsera e Stampa è avvenuto in contemporanea. E di per se questa è già una notizia. Perché proprio stamane l’elité dell’informazione nostrana, quella più filo Ue, non ha avuto dubbi e non ha fatto sconti. Bocciatura sonora e inappellabile per il Matteo Renzi leader del semestre europeo che va a concludersi. Bocciatura in prima pagina e con due distinti editoriali nei quali si evidenzia il fallimento della presidenza italiana dell’Unione a fronte della «retorica che li ha preceduti» e delle «aspettative sollevate». Un ceffone in piena faccia al parolaio di palazzo Chigi. Che infatti ha incassato senza replicare.
Nulla di fatto su cinque importanti questioni
Ma eccoli in fila i maggiori rilievi mossi dai due quotidiani. Primo: La crisi economica e l’incapacità di reagire uniti da parte dei 18 paesi aderenti all’Euro. Secondo: Le profonde divergenze tra i 28 paesi dell’Unione politica sulla Russia e sull’utilità o meno delle sanzioni adottate. Terzo: La questione Britannica con l’evidente insofferenza mostrata da Cameroon verso i lacci cui l’Ue costringe i partner. Quarto: Gli investimenti sulla base di un piano da 21 miliardi che, secondo la bacchetta magica di Juncker dovrebbero diventare più di trecento. E ai quali ovviamente nessuno crede. Quinto: La possibilità di non contabilizzare a deficit gli investimenti nazionali. Tema assai caro e pure strombazzato da Renzi, rinviato al prossimo anno, ma sul quale pesa il no definitivo e tassativo della signora Merkel.
Gli italiani stanno smaltendo l’ubriacatura
Parole tante, risultati zero: è questa ormai la cifra a cui ci ha abituato Matteo Renzi. Segno, come ha appunto chiosato il Corriere della Sera, che la «strategia dell’impazienza» a Bruxelles funziona meno che a Roma. E che se ne siano accorti anche quelli che un tempo erano definiti quotidiani “autorevoli” è un primo, chiaro segnale. Ovvero che l’ubriacatura per il blaterante rottamatore che non risolve alcunché stia per essere smaltita.